Coppa di Africa dal 13 gennaio
header photo

ingrandisci il testo rimpicciolisci il testo testo normale feed RSS Feed

DISPEPSIA: L’INTERVISTA DI RIVERFLASH AL NOSTRO SPECIALISTA, PROFESSOR STEFANO ARCIERI

cropped-foto-profilo-steano-arcieri

AG.RF.(MP).16.10.2014

“riverflash” – Come annunciato precedentemente, sta continuando con successo la collaborazione tra il nostro giornale/agenzia di stampa “Riverflash” e il Professor Stefano Arcieri, del Policlinico Umberto I di Roma, il quale ha voluto mettere a nostra disposizione la sua professionalità e le sue competenze per approfondire diversi argomenti medici ed offrire a tutti i lettori, una visione più completa e chiara, delle varie patologie che andremo mano a mano affrontando. Nell’intervista di oggi, parleremo della dispepsia, ovvero della “cattiva” digestione, che provoca un senso di nausea dopo i pasti e un fastidioso gonfiore allo stomaco. Ecco quindi, l’intervista integrale, che egli ci ha concesso:

D: Qual è la causa della dispepsia?

R: Una delle cause dei disturbi dispeptici è la malattia della vescichetta biliare o colecisti che il più delle volte è interessata dalla presenza al suo interno di formazioni calcolotiche. La colelitiasi (o calcolosi biliare) è una malattia consistente nella presenza di calcoli nei dotti biliari o nella colecisti (organo a forma di “pera” situato appena sotto il fegato, nella parte destra dell’addome. Il suo compito è quello di raccogliere e conservare la bile prodotta dal fegato, concentrandola e riversandola nell’intestino dopo i pasti, specialmente quelli grassi, per favorire i processi digestivi). Il 75-80% dei calcoli della colecisti hanno il colesterolo come componente base (“calcoli colesterinici”); solo nel 20% dei casi i calcoli contengono colesterolo per meno di un terzo e sono formati prevalentemente da carbonati e fosfati di calcio (“calcoli pigmentari”).

D: Ma come fa un paziente riconoscere la colelitiasi, quali sono i sintomi da tenere sotto controllo?

R: Nella maggior parte dei casi la colelitiasi è asintomatica e tale può rimanere per diversi anni (spesso la diagnosi è occasionale durante un’ecografia dell’addome eseguita per altri motivi).
In taluni casi i sintomi sono scarsi ed aspecifici: si caratterizzano per la comparsa di dispepsia post prandiale associata a lieve dolenzia in ipocondrio destro, eruttazioni frequenti, nausea, più raramente vomito e bocca amara. Nei casi conclamati, invece, i sintomi sono caratterizzati dal tipico quadro della colica biliare con dolore improvviso e molto forte all’addome, accompagnato da nausea, vomito e febbre moderata. L’attacco dura qualche ora e il dolore si ripete in modo ciclico con lievi fluttuazioni.

D: Quali sono i maggiori fattori di rischio della patologia?

R: I fattori di rischio più conosciuti sono: sesso femminile, età fertile, obesità, ipertensione, dislipidemia, diabete, terapia con estrogeni e fibrosi cistica. Sebbene le cause precise non siano note, pare che più fattori eziologici possano portare a disfunzioni metaboliche del fegato e ad una conseguente alterazione nella composizione della bile. Recentemente è stata scoperta anche una relazione tra colelitiasi e l’assunzione di inibitori di pompa protonica (i farmaci per la gastrite).

D: E quali sono i primi esami strumentali da fare?

R: L’esame di prima scelta per è l’ecografia epatobiliare: il calcolo appare calcifico ed iperecogeno, con cono d’ombra posteriore (si vede molto bene). L’esame di secondo livello è rappresentato dalla risonanza magnetica.

D: Ma qual è la terapia?

R: La terapia risolutiva è chirurgica: Oramai l’approccio è solo con tecnica mininvasiva laparoscopica (si entra nell’addome con degli strumenti sottili che passano per delle piccole ferite cutanee insieme ad una telecamera). L’intervento chirurgico dura 20 minuti circa, richiede pochi giorni di degenza e la ripresa delle normali attività quotidiane è molto rapida, non più di una settimana.

D: Una volta affrontato l’intervento chirurgico, i sintomi scompaiono totalmente?

R: Dopo la terapia chirurgica i sintomi scompaiono nel 90% dei casi. Si consiglia una dieta alimentare per circa tre mesi associata all’assunzione farmacologica con acido ursodesossicolico e dopo un mese è buona norma fare una visita specialistica di controllo.

Vi ricordiamo che è possibile ricevere risposte personalizzate, scrivendo a:

http://stefanoarcieri.wordpress.com/ o  a redazione@riverflash.it.

Nessun Commento »

Puoi lasciare una risposta, oppure fare un trackback dal tuo sito.


Vuoi essere il primo a lasciare un commento per questo articolo? Utilizza il modulo sotto..

Lascia un commento


Heads up! You are attempting to upload an invalid image. If saved, this image will not display with your comment.

*