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DELITTO DI GARLASCO: ALBERTO STASI CONDANNATO DEFINITIVAMENTE A 16 ANNI DI CARCERE

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AG.RF.(MP).13.12.2015

 “riverflash” – La Cassazione, respingendo i ricorsi presentati dalla Procura generale di Milano (che chiedeva il riconoscimento dell’aggravante della crudeltà e quindi una condanna a 30 anni) e dall’imputato (che chiedeva l’assoluzione) contro la sentenza emessa dalla Corte d’assise d’appello milanese il 17 dicembre dello scorso anno, dopo 2 ore di camera di consiglio, ha deciso: Alberto Stasi, unico imputato per l’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco, avvenuto nel 2007, è colpevole. Egli dunque, si trova già nel carcere di Bollate, dopo essersi presentato spontaneamente. Soddisfatta la mamma di Chiara, Rita Poggi, che ha subito dichiarato. “Giustizia è fatta”, supportata dall’avvocato di famiglia, che ha aggiunto. “La verità è stata accertata”. Stasi, si è subito costituito in carcere e non essendo mai stato posto in custodia cautelare nelle varie tappe del giudizio, dovrà ora scontare interamente la pena. Ma quali sono state le motivazioni della sentenza, da cui è scaturita la condanna? “Alberto Stasi ha brutalmente ucciso la fidanzata, che evidentemente era diventata, (ma non si sa ancora per quale motivo), una presenza pericolosa e scomoda e come tale, da eliminare per sempre dalla sua vita di ragazzo, considerato “per bene” e “studente ‘modello”, apprezzato da tutti”. La Corte d’Assiste d’Appello di Milano, l’aveva condannato nel 2014,  16 anni di carcere e ieri, la Cassazione ha confermato questa decisione. L’ipotesi, anche se il movente è sconosciuto, potrebbe essere stato il fatto che Alberto aveva una “passione” per la pornografia, passione scoperta da Chiara, che avrebbe provocato discussioni nel rapporto, tanto da indurre Stasi ad ucciderla a seguito di un raptus. Nel determinare la pena condivisa dalla Cassazione, i giudici d’Appello non hanno riconosciuto alcuna attenuante (neppure le “generiche”), mentre il delitto è stato qualificato come omicidio “semplice” con esclusione dell’aggravante della crudeltà che era contestata all’imputato. Senza attenuanti né aggravanti, il calcolo della pena è stato fatto partendo dalla pena-base per l’omicidio: 24 anni, che sono stati ridotti di un terzo (otto anni) essendo il processo stato definito con rito abbreviato. Risultato finale: 16 anni, quelli appunto, che sono stati inflitti a Stasi.

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