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CONTRATTI STATALI, FIRMATO L’ACCORDO: INCREMENTO SALARIALE DI 85 EURO “MEDI”

immagini.quotidiano.net

AG.RF.(redazione).01.12.2016

“riverflash” – Ci sono volute parecchie ore per arrivare ad un’intesa, ma alla fine, l’accordo è arrivato e ora per gli statali, ci sarà un incremento salariale di 85 euro “medi”. I segretari di Cgil, Cisl e Uil, che sedevano al tavolo con il Ministro Madia, si sono dichiarati soddisfatti, anche perché il rinnovo era atteso da 7 anni. La trattativa (durata 8 ore), puntava ad un’intesa politica in grado di sbloccare i contratti di 3,3 milioni di lavoratori, fermi dal 2010.  Il governo spingeva per l’accordo e aveva tutto l’interesse a chiudere prima del referendum, anche se rimangono ancora da ufficializzare i dettagli dell’accordo. L’incremento salariale sarà dunque, inferiore a 85 euro mensili medi“. Resta quindi la proposta fissata nell’incontro precedente, nonostante i sindacati abbiano continuato a chiedere con insistenza di togliere il riferimento a ‘medi’ in favore di ‘minimi’. La Madia ha sottolineato più volte, che si tratta di salario lordo. “Ma 85 non possono essere minimi, sono medi per dare una maggiore attenzione e un maggiore sostegno ai redditi bassi“. Il ministro ha anche aggiunto che il protocollo sarà valido per tutti i comparti pubblici. La bozza dell’accordo è stata quindi sostanzialmente confermata, anche se ci sono state alcune modifiche quali gli incentivi ai dipendenti pubblici che producono di più e che sono più presenti.  “Le parti, per ciascun livello istituzionale e tenendo conto delle specificità di ciascuna amministrazione e dei macro obiettivi da esse fissati per il miglioramento della qualità dei servizi per i cittadini, si impegnano a individuare, con cadenza annuale, criteri e indicatori al fine di misurare l’efficacia delle prestazioni delle amministrazioni e la loro produttività collettiva con misure contrattuali che incentivino più elevati tassi medi di presenza”. Tuttavia, il “nodo” che ha tenuto più in sospeso l’esito della trattativa, è stato quello relativo al “bonus” fiscale di 80 euro: i sindacati volevano il suo mantenimento, senza che lo scatto degli aumenti contrattuali ne determinasse la decaduta o decurtazione. Il bonus avrebbe riguardato 800 mila lavoratori (di cui 250 mila solo nella scuola). In ogni caso, i tre sindacati si sono mostrati soddisfatti dell’accordo stabilito, prima tra tutti la Cgil, che sulla trattativa aveva manifestato grandi perplessità: “Abbiamo fatto un buon lavoro, che rende possibile riaprire la stagione per i rinnovi contrattuali nel pubblico impiego”, ha affermato il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso: “Il governo si è impegnato a modificare la legge Brunetta e la buona scuola“, restituendo spazio alla contrattazione” e ci sono stati anche apprezzamenti per il proposito dell’esecutivo di prorogare i contratti in scadenza per i precari”. “Un anno fà, un simile accordo potevamo solo sognarcelo”, ha affermato il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, “Per il bonus 80 euro si è trovato un salvagente nella contrattazione sarà la scala parametrale, che sarà rivista, ad assicurarlo”. Positivi anche i commenti della Cisl: “Siamo soddisfatti e contenti – ha concluso la segretaria generale  Annamaria Furlan. “L’aumento di 85 euro rappresenta una cifra “dignitosa” e “abbiamo stabilito che il contratto prevale sulla legge, la legge Brunetta è stata così superata”.

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