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CONFESSO: HO VOTATO PER BUZZI E CARMINATI

untitledAG.RF(di Massimo Pedroni).09.2014

 “riverflash” – Tutto ciò ovviamente a mia insaputa, e all’insaputa di una moltitudine di elettori romani, che di fronte alla inesorabile caustica verità che si sta delineando sui fatti di Mafia Capitale, si trovano nella mia misera condizione. Ognuno ha legittimamente creduto di dare il suo contributo alla vita democratica, esprimendo la personale opzione politica, votando questa o quella lista. Questo o quel candidato. Ma in realtà ben altri interessi e meccanismi, incombevano sulla limpidezza di quelle scelte. Non ho la minima intenzione di innescare argomentazioni dal sapore o contenuto qualunquista. Al netto di tutte le nefandezze, che la Magistratura sta accertando e accerterà, non si può non fare a meno di chiedersi, come è stato possibile che sia accaduto tutto ciò. La cosa che sbalordisce maggiormente è dato dalla sintonia criminale, che si è venuta a determinare tra persone e ambienti teoricamente,almeno a livello politico, distinti e distanti. Con l’effetto amaramente paradossale, per gli elettori comuni, che magari dialetticamente argomentavano le migliori ragioni del proprio schieramento di appartenenza, contro quelli degli appartenenti allo schieramento avverso, di parlare del nulla. Di fronte agli interessi economici, le elaborazioni politiche, culturali, concettuali non contano nulla. Anzi per dirla alla romana contano “meno di niente” questa è la amara realtà con la quale ci troviamo tutti a doverne prendere atto. Tutto ciò, è stato possibile, per la mutazione strutturale dei partiti. Non sono più, quei contenitori di valori, di proposte, di filtro, e perché no di controllo sociale di un tempo.  I partiti, sono oramai diventati una accozzaglia di tribù, in lotta tra loro permanentemente, per l’ottenimento di spazi di potere e prebende economiche. Tutto quello che è accaduto a Roma, o a Venezia, o a Milano, è stato possibile, perché le proposte politiche sono sempre più andate a indebolirsi, sfiancandone la tenuta etica e morale dei suoi rappresentanti. I quali esposti a tutti i colpi bassi delle concorrenze interne, per forza di cose sono stati costretti ad abbassare la guardia su “certe cose”. Fino a prima di “tangentopoli”, l’adesione a una forza politica o all’altra, costituiva un tratto di appartenenza e identitario molto forte. Si sposavano vere e proprie visioni del mondo complessive. Ci si metteva in gioco pure la vita. E come tristemente sappiamo una generazione, ha dato un cospicuo contributo in questi termini. Non penso che colui il quale esercita l’attività politica sia solo per questo una cattiva persona. Penso che molto facilmente possa rimanere stritolato da un meccanismo assolutamente fuori controllo come è quello attuale. Stritolamento, che può avvenire non solamente per azioni dirette, ma anche per omissioni in “vigilando”. Proprio questo, è il terreno più melmoso e nebuloso, nel quale agli occhi, non della “società civile” ma del “popolo”, arranca tutta la classe politica, nella fattispecie quella capitolina. E il “popolo”, questo “popolo” ha tutte, ma proprio tutte le ragioni di non poterne più. Nel mio piccolo, prendo atto di avere inconsapevolmente votato l’abbinata Buzzi Carminati. Chi annulerà la nefasta scheda? Aveva ragione Bartali “l’è tutto sbagliato, l’è tutto da rifare”. Elezioni comprese, tanto per dirne una.

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