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Confermata la condanna a 12 anni per Luca Traini, che sparò contro i migranti per vendicare Pamela Mastropietro

AG.RF 03.10.2019

(riverflash) – Il 3 febbraio del 2018 Luca Traini sarebbe sceso da Tolentino a Macerata guidando la propria auto dispensando saluti romani, con una bandiera italiana legata al collo. Traini era armato e sparò contro 6 persone, tutte migranti di origine sub-sahariana, ma nelle sue intenzioni sperava di uccidere il nigeriano Innocent Oseghale, presunto assassino di Pamela Mastropietro, ragazza romana fuggita da una comunità di recupero per tossicodipendenti, il cui cadavere venne fatto a pezzi.

Qualcuno della destra estrema ha definito “patriota” Traini, che a casa costodiva una copia del Mein Kampf di Adolf Hitler e una bandiera con la croce celtica, simbolo di Ordine Nuovo negli anni ’70. Molti, non schierati politicamente, definirono, invece, Traini come uno squilibrato. Giancarlo Giulianelli, avvocato difensore, aveva chiesto una perizia psichiatrica, di cui ha reiterato la richiesta ieri, 2 ottobre, alla Corte d’Assise d’Appello. L’avvocato Giulianelli aveva chiesto alla Corte di commutare la condanna di 12 anni per tentata strage alla stessa pensa, ma da scontare agli arresti domiciliari con un braccialetto elettronico che fornisse costantemente la sua posizione alle Forze dell’Ordine. Richiesta respinta e Luca Traini è tornato nel carcere marchigiano di Montacuto per continuare a scontare la sua pena.

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