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Comprendere come la morte possa essere testimonianza di una vita: EZIO BOSSO

di Francesco Angellotti (AG.RF 15.05.2020)

(riverflash) – All’età di 48 anni, Ezio Bosso ha lasciato all’Umanità una testimonianza che non si può trascurare, per capire il senso e dare un valore al periodo nel quale siamo legati qui sulla Terra.

   Era stato colpito da un tumore al cervello, e dopo l’operazione conservava una malattia degenerativa.

   La reazione è stata fortissima; prima di tutto,l’Amore l’ha indotto a interrompere il rapporto di coppia che aveva con la sua Anna Maria, che è rimasta vicino all’artista nell’assistenza. Però Ezio ha capito il senso della personalità e della comunicazione; che ha una forma bellissima nella Musica. Per cui si faceva ascoltare dal 2011 come pianista, esprimendo le composizioni con un’espressione unica nell’effetto.

   Le sue condizioni motorie hanno impedito ad Ezio di poter continuare nell’attività, che ha potuto continuare solo come Direttore d’Orchestra; stava preparando delle nuove composizioni, ma lucidamente sentiva il male che avanzava; ha così dichiarato che non era sicuro di poter eseguire i lavori che stava preparando; che infatti non son stati conclusi.

   La sua testimonianza dovrebbe dare un senso per indicare la strada a tutti coloro che si affannano nella Vita su questa Terra, perché il senso e la bellezza non sono nella durata, ma nel senso che si costruisce: che può raggiungere una dimensione senza fine: come per EZIO BOSSO.

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