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COMMERCIO: SIMONA COMBATTE IL CANCRO MA IL SUO LAVORO INTRALCIA LA CURA. USB: “METTERE MANO ALLE LEGGI E ALLE NORMATIVE VIGENTI”

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AG.RF.(MP).29.01.2016

 “riverflash” – Nel nostro paese lavoratrici e lavoratori affetti dal cancro vivono l’inferno di chi rischia il licenziamento per il superamento del periodo di comporto e possono incorrere in sanzioni disciplinari per assenza ingiustificata al controllo medico dell’INPS.

“Ci sono donne e uomini a cui di fatto è impedito il diritto alla cura, come testimonia la vicenda di Simona B., 43 anni, che ci ha voluto denunciare con un post, la sua vicenda personale”, riferisce Francesco Iacovone, dell’Esecutivo Nazionale USB Lavoro Privato. “ Simona è una lavoratrice del settore privato, con contratto del Commercio, e ha da poco sconfitto il suo terzo cancro terminando cicli di chemioterapia il 9 ottobre 2015.”

“Un calvario fatto di cause legali perché la sua malattia non risulta tra le patologie tanto gravi da giustificare l’Art. 3 comma 3 della Legge 104, di giorni di chemio non riconosciuti al 100% sulla busta paga; di radioterapie programmate dopo l’orario di lavoro. – prosegue Iacovone “Simona, nel suo amaro sfogo, denuncia che la decisone di lavorare, perché fare una vita normale abbassa la possibilità di recidive della malattia, l’ha ‘punita’” e dulcis in fundo, il patronato cui si è rivolta le ha fatto notare che il suo piglio e la sua grinta non si addicevano ad una malata e che se avesse pianto almeno un po’ e fosse andata davanti alla Commissione per la visita senza parrucca… magari… ”

“La storia raccontata da Simona ci ha colpito ma non sorpreso. Purtroppo ascoltiamo storie simili ogni giorno. Storie che dimostrano che bisogna mettere mano alle leggi e alle normative vigenti, per salvaguardare il diritto di cura e la dignità del lavoro ”, conclude il rappresentante USB.

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