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CALOGERO MESSINA E IL CAN. DE GREGORIO, NEL LIBRO DI VITTORIO RIERA

provdi Sabrina Sciabica (AG. RF. 28.04.2017)

(riverflash) –  Il libro del professore Vittorio Riera dal titolo Calogero Messina e il Canonico Domenico De Gregorio, edito dalla casa editrice palermitana Herbita, mette a confronto e approfondisce due figure eccezionali della cultura siciliana.

Il primo è stato poeta e romanziere, oltre che studioso di feste e tradizioni, nonché critico di storia e letteratura. Da scrittore, ha raccolto i colori e le caratteristiche della sua terra in numerosi testi come Figure Siciliane, Immagine della Sicilia, ma ha anche proposto saggi di approfondimento filosofico letterario come Voltaire e il mondo classico e Il Settecento italiano classicista e illuminista.

Mentore, consigliere e amico dello studioso Calogero Messina, è stato il Canonico De Gregorio, anch’egli siciliano di nascita, anch’egli attento osservatore della realtà, giornalista e scrittore.

Altro importante elemento che accomuna le due figure – spiega Vittorio Riera nel suo volume – è quella straordinaria sensibilità tipica della poesia di realizzare i pensieri in versi. E, per farne degli esempi, Riera cita numerosi brani, cominciando da questo del canonico De Gregorio proprio sulla poesia e sulla sua inarrestabile potenza:

 “Li versi sunnu comu li pinseri,

– si nun l’afferri scappanu –

ca ti sturdinu li jurnati sani [1]

Si ricorda, inoltre, il valore del Monsignore De Gregorio come giornalista, soprattutto in quegli editoriali degli anni ottanta in cui si fa un vero e proprio atto di accusa alla “burocrazia asfissiante in cui si annida quella che lui chiama perfetta mafia”.  Il religioso aveva esaminato a fondo il fenomeno mafioso ed era giunto a credere che il cittadino si trovasse spesso davanti ad un “muro di gomma che è la burocrazia, contro la quale si va a cozzare nella speranza, spesso vana, di risolvere i piccoli o grandi problemi del giorno”, spiega Vittorio Riera. Bisogna ammettere che in questo concetto si ritrova un nodo importante della questione ovvero la mancanza di supporto da parte delle Istituzioni, che, soprattutto in Sicilia, ha spesso vanificato la lotta di chi difende valori quali la giustizia e la legalità.

Per ritornare a Calogero Messina, Riera cita il suo Dizionario storico dei comuni della Sicilia, che non è un testo di statistiche, tabelle e grafici, ma una “storia e un documento del costume in Sicilia, osservato nella sua diversità nei comuni dell’Isola. L’ho cercato nel contatto diretto con la gente e attraverso le consuetudini degli episodi, dei gesti, dei modi di dire, dei proverbi, delle feste e della poesia popolari” – dice l’autore. E Riera aggiunge che si tratta di quaranta e più anni di ricerche dalle quali è nata una sorta di carta d’identità dell’isola, dalle sue origini a dati di carattere religioso e sociologico, come a scandagliarne l’anima più profonda.

Non mancano, nel testo di Vittorio Riera, le parole di ammirazione che il professore Messina, tra l’altro docente di lettere greche e latine nei licei, rivolge al canonico: “Sacerdote esemplare, scrupoloso e rigoroso formatore; instancabile ricercatore delle cose non conosciute. Coraggioso ed efficace scrittore fortemente ispirato e irrivelato poeta”.

Un libro come quello di Riera diventa, dunque, oltre che uno strumento per affrontare molteplici argomenti, un modo per interessare i lettori e approfondire la conoscenza di due grandi studiosi, due uomini sensibili, due personaggi radicati nei valori del sapere e dell’erudizione.

Proprio a conclusione del suo testo, Riera ribadisce questo concetto riportando le parole che lo scrittore Messina ha rivolto al religioso De Gregorio: “uomini come il canonico De Gregorio hanno lasciato un messaggio che vince anche la morte. Di tali messaggi c’è tanto bisogno, oggi più che mai, ed essi vanno ascoltati, custoditi, tramandati. Ciò non può avvenire se non per una via battuta da secoli e ancora affidabile, ovvero attraverso il libro”.



[1] I versi sono come i pensieri, se non li afferri scappano, e stordiscono le giornate intere.

 

 

 

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