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“AUSPICHIAMO UN’EUROPA PIU’ VELOCE”E INTEGRATA”: LA SPERANZA DEI 4 LEADER EUROPEI

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AG.RF.(redazione).07.03.2017

“riverflash” – I leader di  Francia, Germania, Italia e Spagna, si sono incontrati a Versailles, per discutere del futuro dell’Unione europea. “Occorre andare avanti, anche a velocità diverse e a diversi livelli di integrazione”. E’ riassunta in queste parole, l’intenzione dei 4 leader che hanno riflettuto sul futuro dell’Europa. “Abbiamo la responsabilità di tracciare la via” per l’Unione europea, ha esordito il presidente francese François Hollande. Non vogliamo solo commemorare i Trattati di Roma, ma affermare insieme l’impegno per il futuro. Non vogliamo imporre la strada agli altri ma essere una forza al servizio dell’Europa”. Parole supportate dal premier Gentiloni che ha “invitato” i 27 Paesi a “fare delle scelte senza le quali rischiamo di mettere in difficoltà il futuro stesso del progetto europeo: abbiamo bisogno di un’Europa sociale, che guardi alla crescita e agli investimenti. Un’Europa in cui chi rimane indietro non consideri l’Ue come una fonte di difficoltà ma come una risposta alle proprie difficoltà. E non siamo ancora a questo livello”. Cosa serve dunque a questa Europa? “Passi avanti nella difesa comune per “proteggere la nostra sicurezza e che possa consentire diversi livelli di integrazione”, ha aggiunto Gentiloni. Il presidente francese Hollande ha poi detto ‘no’ all’attuale status quo. “L’Europa che rinuncia alla sua dimensione politica sarebbe una regressione. L’Ue deve saper dimostrare “la solidarietà a 27, ma anche la capacità di avanzare a ritmi diversi” e per il presidente ha sottolineato anche che la priorità è la sicurezza”. La Merkel ha aggiunto che “occorre avere il coraggio di accettare che alcuni Paesi possano andare avanti più rapidamente di altri e queste cooperazioni diversificate, non saranno chiuse ma dovranno restare aperte a tutti i Paesi che vorranno aderirvi”. In ogni caso, l’opinione comune dei quattro leader è che l’Europa, ance se a velocità diverse, debba guardare ad un orizzonte più lontano che tenda all’integrazione.

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