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ARABA FENICE È RIPARTITA CON IL TURBO: un successo Maria Tretyakova al piano

tretyakova-ticketdi Francesco Angellotti (AG.RF 13.11.2017) ore 19:01

(riverflash) – Attesa come ormai da tanti anni, è iniziata la 21° Stagione Concertistica programmata dall’ associazione Araba Fenice; il repertorio presentato è sempre quello di concerti al pianoforte, con musiche d’autori affermati e dall’indiscutibile fama. E’ però interessante come questi concerti non siano un refuso che si aliena nella nostalgia, ma portino avanti un discorso dinamico, nell’attualità di musiche che hanno un retroterra lungimirante, anche per presentazioni attuali nello svolgimento.

   E’ un concetto che potrebbe essere retorico e vano, se poi dopo enunciazione non ci fosse un effettivo spirito di Novità nell’interpretazione e nella proposta musicale. Ma proprio per essere dinamici nella proposta, l’associazione Araba Fenice ha la bravura di trovare, sì personaggi bravissimi all’apice della scala interpretativa, ma musicisti giovani, che propongono il discorso musicale filtrandolo anziché copiandolo; quindi la passione sboccia sempre, ascoltando suoni che entrano nell’Anima.

   Per iniziare un’altra stagione secondo questi principi, è stata chiamata ad inaugurare i Concerti della 21° Stagione un’Artista che non poteva sbagliare nel compito così arduo; dato che si sono proposti Autori Russi nati tra il 1839 e il 1882, una pianista che ha nel sangue le problematiche, i drammi e gli impulsi di gioia che nascono da quelle parti.

   Venuta al mondo nelle Terre che a me sembrano tanto glaciali, come la Russia, Maria Tretyakova ha fatto concerti, oltre che nelle regioni in cui nacque, anche in Francia, Polonia, Malesia, Gran Bretagna, Corea del Sud, Repubblica Ceca, Romania, Serbia, Croazia, Giappone, Spagna, Germania, Belgio, Messico, Stati Uniti, Lettonia, Libano: non so se vi basta.

   Poteva mancare in Italia, patria della Musica e dell’Opera? Già si era esibita ove son sorti tra i maggiori compositori che si ascoltano in tutto il Mondo, portando Contenuti in ogni posto, anche ove la travisazione della Scala Musicale è stomachevole; Terni non poteva mancare, ed un gremito pubblico è accorso presso l’Auditorium Gazzoli per partecipare al discorso che Maria ci ha illustrato, parlandoci della Russia.

   Se in Italia, effettivamente, abbiamo un nutrito carnet di Autori al massimo livello, che hanno scandito l’impostazione Mondiale, gli autori natii della grande Russia sono indubbiamente tanti ed al massimo livello. Anche perché non è giusto fare un discorso campanilista, ma ogni corrente deve assorbire da tutte le forme d’Arte.

   Maria ha iniziato con Edvart Grieg (nato e deceduto a Bergen 1843 – 1907). Opera brillante, presentata con ironia perché riprende e rielabora musiche ormai storiche; come quelle composte da Bach, ma proponendo tempi di preludio (Allegro vivace), un insieme di danze, quasi marcia, un andante per Sarabande, con una raffinata Govotta in allegretto; ispirato l’ Aria in andante religioso, termina con un frizzante Rigaudon in allegro con brio.

   Maria si è già distinta nel primo tema presentato, che con un assetto allo strumento corretto ed una tecnica straordinaria, ha trasmesso un bagaglio emotivo emozionante.

   E’ seguito Serghej Prokofiev (Sonzovka in Ucraina nel 1891 e presto scomparso nel 1953 a Nikolina Gora, nei pressi di Mosca: ma la sua produzione è stata ricca nel numero e nel messaggio). Maria ha interpretato l’Opera 75, Romeo e Giulietta; ma il brano intero ha 10 Tempi e sarebbe stato troppo lungo nella serata; così Maria ha selezionato 4 tempi, trascinanti e significativi; non poteva mancare “Capuleti e Montecchi” e la fine con “Romeo e Giulietta prima della separazione”. Il compositore, che fu commissionato di mettere in musica la composizione shakespeariana, fu criticato perché la fine drammatica fu modificata in balletto a tempi d’Allegro. Serghei rispose che non poteva tradurre la scena ballata della Morte, ma questi dettagli sono pretestuosi, forse perché volevano criticare l’Autore senza ci fossero presupposti. Ed in effetti la composizione è Bellissima ed Appassionante.

   La breve pausa ha raccolto i commenti ammirati dei presenti che rimpiangevano che queste manifestazioni non si potessero ampliare al Teatro Verdi; tanto che la signora vicino a me affermava che quando voleva ascoltare qualcosa d’importante, andava all’Opera di Roma, o anche altri Teatri. Giusto, ma trovo che la spinta di Terni verso l’Arte sia decisiva e per quanto riguarda il ripristino del Teatro Verdi, come già riportato, la situazione è ancora in ballo: stanziamenti ci sono, bisogna trovare altro.

   Il secondo tempo è iniziato con l’autore più maturo: Modest Mussorgskij (nato a Karevo nella regione Pskov nel 1839, ed anch’egli presto sparito, a San Pietroburgo nel 1881). Il brano, Modest, l’ha intitolato “Una notte sul Montecalvo”: e qua è la controversia. I nazionalisti sostengono che il riferimento è nei riguardi di Lysa Gora in Ucraina; ma altre attendibili versioni parlano di Montecalvo Irpino, vicino Benevento, ove raccontavano di streghe che aleggiavano  nei paraggi; ma la sua effettiva residenza non fu per attrazione di streghe ma per la figlia di Pietro Festenko che era la duchessa Maddalena Pignatelli (avrà qualcosa a che fare con il progettista dell’unione dell’Appia Antica con quella Nuova?) Mussorgskij ci teneva molto a questa composizione, ma non ebbe il piacere di assistere ad una sua esecuzione, di cui pubblicò la definitiva versione nel 1886, rappresentando il tradizionale duello tra Bene e Male, tra Vita e Morte: sapete chi la vince? Manco a dirlo, deve per forza vincere il Bene.

   Fu composta, per una Tessitura Vocale molto alta l’ opera 34 “Vocalise” da Rachmaninoff (nato nel 1873 a Oneg nel Novgorod, ma trasferitosi a Beverly Hills se ne dipartì nel 1943)  La composizione vide la luce nel 1915 e fu dedicata al soprano Antonina Nazhdanova; fu molto apprezzata, tanto che son stati fatti molti arrangiamenti, anche negli strumenti.

   Come finire un concerto di musica Russa? Ci sarebbe da scommetterci che la conclusione spetti a Igor Stravinskij che da San Pietroburgo ove nacque nel 1882, si trasferì in America, ove spirò a New York nel 1971. La sua musica è molto trascinante e molto apprezzata, e Maria ci ha fatto ascoltare la trascrizione che nel 1921 Igor compose per pianoforte della sua composizione “Petruchka”. Molto si parlò della composizione alla sua uscita, perchè fu rilevata la secchezza del tocco ed il saltellare degli accordi, anche perchè il brano inizia con una sovrapposizione di 2 accordi di tonalità diversa seguita dalla burrasca di passaggi, inframmezzata da tremolii, atmosfere grottesche che impersonano il personaggio.  Ma Igor sapeva bene come piacere e comporre musiche travolgenti, adatte alla conclusione di una serata in cui la musica Russa ha mostrato tutta la sua carica di fuoco, che brilla anche tra le steppe innevate. Ma dobbiamo anche render grazie all’interpretazione di Maria Tretyakova che ci ha trasmesso il calore che gli Autori volevano comunicare. Forse anche per il fatto che la Pianista, stupenda nella precisione dell’esecuzione che riesce a trasmettere col Cuore, si è arricchita anche di un po’ di Sole, dato che si è trasferita ad Imola, ove adesso vive e esegue. Forse sarà un po’ di campanilismo, ma la musica Russa arricchita di Calore Mediterraneo acquista tanto, che innalza lo Spirito sentendo le note che la Bravura di Maria sa farci ascoltare!.

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