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Ad Assisi la Consegna della Lampada della Pace 2018 ad Angela Merkel

di Francesco Angellotti (AG.RF 14.05.2018) ore 07:34

(riverflash) – San Francesco, nell’Arte che espone la Basilica che a lui fu dedicata pochi anni dopo la sua morte avvenuta nel 1226, lancia a tutto il Mondo la sua Bontà, che intensamente ha divulgato col suo messaggio, di cui è stata sempre riconosciuto l’Aspirazione verso la quale sarebbe onorevole orientarsi, ed infatti mai è stata raggiunta.

   Il Momento Storico che stiamo traversando è indubbiamente di transizione, essendosi sfaldate tutte le Basi Dogmatiche; ma non sono ancora apparsi i Principi con i quali trovare una Nuova e Produttiva Forma Sociale.

   La Lampada della Pace, emblema che viene assegnato quando ritenuto opportuno dal gennaio del 1981, è stata riconosciuta quest’anno alla cancelliera federale Angela Merkel, per la sua politica brillante d’Umanità.

   Assisi è un luogo costantemente ricercato da una miriade di viaggiatori che, per turismo o per divagazione, non trascurano un posto ove, ammirando le bellezze artistiche e paesaggistiche, si riempiono di Spirito e misticismo.

   È una induzione essenziale quella che i francescani continuano ad irradiare, anche dopo che San Francesco ha lasciato in Terra con il suo allontanamento da questo Mondo nel 1230; sperando che la Creatività s’imposti nell’espressione Artistica e Progressista, come sarebbe consono per essere fieri di essere Uomini.

   Tante tendenze, politiche e settoriali, chiudono gli spazi verso la miriade gli gente in difficoltà; certo, questo è un atteggiamento protezionistico che cura di non sgretolare la Società; ma è palesemente autolesionismo antistorico, perché tende a calcare i confini tra gli Stati che evolutivamente si stanno allargando.

   Non è un discorso politico, ma essenzialmente umano; non perché chi è di una Nazione dovrebbe non riconoscersi più nella sua estrazione; come chi è siciliano non può assimilarsi ad un Napoletano, che è radicalmente differente da un Romano, lontano nella forma mentis da un Fiorentino, che non passa i monti per adeguarsi come un Bolognese, che è sempre stato radicato da altri principi di un Milanese, il quale non ha lo stesso retroterra di un Veneziano.

   Le difficoltà interne che si sono verificate tra le regioni, attualmente non possono esser supposte; questo vuol dire che non si devono provocare delinquenti e terroristi, causati dall’esclusione dal contesto sociale, vittime d’infatuazioni pseudo religiose e di situazioni degradanti.

   La consegna della Lampada della Pace è un’affermazione dei Principi tramandati dall’impostazione francescana, che è stata ribadita da Paolo Gentiloni che, presidente del Governo uscente, ha comunicato la sua Solidarietà.

   Infatti questa premiazione nei riguardi della cancelliere Angela Merkel, è stata vivamente partecipata, anche per la presenza del “premiato” precedente Juan Manuel Santos; infatti, quando il presidente Santos si è trovato a dover guidare le sorti della Colombia, si è dovuto inserire in una guerra terroristica condotta dalle forze delle FARC; cominciando a guerreggiare, constatando che la Forza porta solo Distruzione e Morte, ha capito che la soluzione del dilemma terribile poteva avverarsi solo nella Pace. Certo, il dialogo tra 2 parti contendenti, che hanno un’ottica opposta, non è facile. Però è necessario, quindi con la dialettica e con la comprensione delle situazioni, delle esigenze, cercando un accomodamento, dopo 50 anni di terrorismo si è giunti alla realizzazione di uno svolgimento sociale progressista, nel rispetto delle diverse parti in Colombia. Perciò, il presidente Juan Manuel Santos ha comunicato l’importanza della Testimonianza ricevuta, augurando alla cancelliera Merkel di poter trarre lo stesso significato per continuare l’impegno verso una situazione di Pace, che porta alla collaborazione ed al Progresso.

   Anche per la cancelliera Angela Merkel il momento non è stato facile, assumendo le impostazioni che tendono alla convenienza dell’Umanità, oltrepassando il settarismo di uno Stato. Quanti profughi sono arrivati (passando per l’Italia-Grecia e Spagna) nel suo Paese, ove è imperante il miraggio di un “lavoro sicuro e remunerativo”. Sarebbe bello, certo; ma non è facile quando a dover essere introdotte sono fiumane di gente senza specializzazione, disperati e bisognosi anche della minima accoglienza. Ma le difficoltà sono state superate, anche se attraversando momenti difficili; calcolate che in Germania, dopo le elezioni, sono riusciti ad erigere un Governo in 7 mesi;  noi in Italia siamo stati cosretti a giungere ad un compromesso dopo soli 2 mesi. Eppure la linea della Cancelliera non si è chiusa nel tradizionale “Deucher über allen”, perché se si cerca d’involvere chiudendo le porte della Nazione, si impongono limiti anti storici, oltre che economici, insostenibili.

   Quindi, dopo l’accoglienza espressa dal Custode del Convento Mauro Gambetti, dal Legato pontificio Cardinale Agostino Villini che erano insieme al Presidende Colombiano, effettuata una visita alla Tomba di San Francesco, che speriamo abbia irradiato influssi che siano stati recepiti, si sono riuniti nella Basilica Superiore per la premiazione; che è stata emozionante, per via delle testimonianze del Presidente Santos e della premiata cancelliera Merkel.

   Successivamente sono scesi nella Basilica inferiore; l’uscente capo di governo Paolo Gentiloni si è dichiarato onorato di poter partecipare ad un evento di questa levatura etica, in cui vengono affermati Principi che dovrebbero essere illustrati a tutti, perché conoscendoli non possono non entrare a far parte delle aspirazioni d’ogni individuo.

   Molti giovani hanno seguito su  uno schermo con le cuffie per la traduzione tutta la Premiazione, ed arrivati nella sala anche i 2 premiati della Lampada, sono state poste delle domande, ovviamente studiate nel contenuto e nella dizione, non facile per molti giunti come profughi. Invece le risposte erano improvvisate ed il presidente Santos è stato abilissimo e loquace nell’espressione della sua lungimiranza; la Cancelliere Merkel è stata più sintetica, ma ha delucidato su argomenti importanti, mettendo in luce le gravi difficoltà intervenute e le determinanti operazioni che son state necessarie, onde dirigere la situazione per unire la Collettività.

   Alla fine della manifestazione, ho sentito dire della presenza di Romano Prodi, che tra un’immensità di presenti, non sono riuscito a scorgere. Uscendo dalla sala, però, con lo sguardo mi è sembrato di riconoscere una persona che si trovava sola, in piedi, vicino ad una porta d’ingresso. Mi son fermato un attimo perché non mi sembrava possibile:  sarà proprio lui? Son tornato qualche passo indietro ed ho chiesto timidamente:” mi scusi, è Lei il magistrato Raffaele Cantone?” Era lui. Una persona del genere, senza voler apparire e presentarsi per essere applaudito, ha partecipato alla premiazione della Lampada della Pace.

   Raffaele Cantone, nato nel 1963 a Napoli, cresciuto a Giugliano (là vicino) con un 2 figli, magistrato dal 1991 al 1999, quando si è messo in aspettativa per passare al ruolo di Direttore Distrettuale Antimafia fino al 2007, è adesso  in aspettativa per poter coprire il ruolo di Autorità Nazionale Anticorruzione. Volendo fare i miei vivi complimenti per le Sue importanti indagini, che hanno portato a smascherare gravi delitti a qualsiasi livello, ho ricevuto come risposta un sorriso un po’ compiacente, in cui ho capito, forse, “ci sarebbe ben altro se potessi”. Però ho considerato con stupore che, da quando tentarono un attentato nei suoi riguardi i Casalesi nel 1999, è sottoposto al Programma di Tutela; ed è sotto scorta dal 2003. Ed a me è sembrato fosse solo, ed ha risposto alle mie domande, non nascondendo la sua identità, che d’altra parte merita solo lode. Fate Voi le Vostre considerazioni.

   Ben altro trattamento è stato riservato ai 2 protagonisti della Premiazione.

   Angela Merkel è stata ricevuta entro le Sale della Basilica, onde ricevere Omaggi ed Onori da parte di padre Mauro Gambetti e tutta la Commissione del Convento di Assisi.

   Juan Manuel Santos, scortato da decine di guardie del corpo e seguito da un pullulare di giornalisti e fotografi, si è incamminato per il viale principale di Assisi, fermandosi ogni 20 metri, illuminato dai flash e rispondendo alle domande; è arrivato fino alla piazza in cui è stata aperta al culto nel 1260 la Basilica di Santa Chiara; che si trova qui sepolta, insieme solo alla sorella Agnese ed a Maria Isabella di Borbone, che non è venuta dal Regno delle Due Sicilie ma dalla Spagna: ove i Borboni avevano radici come Casa Regnante.

   Questa Santa, nata nel 1193, si è convertita prestissimo ammirando le scelte di San Francesco; è morta 23 anni dopo il suo trascinatore mistico (1253) ed è stata canonizzata anche Lei molto presto (1255); ha sempre avuto un atteggiamento deciso e contrastante alle autorità Papali, alle quali non faceva comodo l’atteggiamento a cui si dedicava Chiara, che viveva ricca della Altissima Povertà, fondatrice dell’Ordine delle Clarisse.

   Nata da famiglia nobile, vantava un padre che, da conte Favarone di Offeduccio degli Scifo, era del ristretto gruppo de i “Boni Homines”; ovvero, era nobile. Ma la madre la indusse verso la cristianità, perché lei stessa elargiva copiose elemosine ed ha adempiuto a diversi pellegrinaggi. Fu convertita da Francesco che la conobbe tramite il suo fedele amico che aveva aderito alla sua missione, il cugino di Chiara. Molto colorite le vicende sulla fuga di Chiara, il giorno dopo la domenica delle Palme, e sul suo taglio dei capelli, su cui ci sono diverse versioni. Importante, però, il tentativo dei familiari per farla ritornare a casa, dato che aveva svolto il processo di canonizzazione presso la Porziuncola, ma era una Penitente, quindi non aveva preso i Voti da Monaca. Invece fu Chiara che attrasse nella sua Clausura la sorella Agnese.

   Dopo la morte di Francesco, Gregorio IX tentò di regolamentare la Comunità impostata da Chiara, rendendola un po’ meno povera; ma la Santa ostinatamente si volle innalzare per non perdere il “Privilegio d’altissima Povertà”. Questa scelta di fregiarsi della condizione che comunemente si cerca di evitare, la possiamo constatare nelle lettere che scambiava con la sorella Chiara, di cui ne sono rimaste solo 4. Così, forse per farla contenta ma non riconoscendo l’aspirazione ad istituire un Ordine, il Papa riconobbe la Regola; ma la cosa voleva dire che una volta decedute tutte le sorelle che si erano unite, finiva la loro formazione, da cui il Vaticano non era riuscito ad ottenere un utile. Ma questo fino a che non fu eletto Papa, nel 1288, un frate francescano: Papa Nicolò IV che riconobbe “privilegium di povertà con Devotionis vostrae precibus”, formula alla quale Chiara teneva tanto.

   Bisogna riconoscere che San Francesco e Santa Chiara sono stati Santi scomodi, durante la loro vita; perché ostentavano la loro Fede in modo intransigente, rinunciando a Tutto e non volendo accomodare Niente. La loro religiosità rappresentava la completa Povertà, vivendo d’elemosina, portando il Bene ed Soccorso ai Poveri Bisognosi. Ma questo li ha resi grandi nella personalità, perché presto sono stati eretti dei Conventi sontuosi ad ambedue i Santi. San Francesco ha avuto dedicato uno dei più spaziosi complessi religiosi, di 4 piani ed arredato dai più venerati Artisti (di cui ho avuto modo di parlare nell’articolo sulla manifestazione del 3 maggio); Anche a Santa Chiara è stato dedicato un grandissimo Convento; di stile gotico, che trasla un po’ nel Gotico Italiano; purtroppo internamente le pareti, coperte completamente di affreschi artistici come quella di San Francesco, dato che all’epoca usavano, sono quasi completamente prive d’ immagini, perché distrutti; quindi le navate, invece che rifare immagini che non sarebbero mai venute degne d’esser copie, sono completamente bianche: quasi.

   Ma si può ammirare, nella parte nascosta dietro all’altare, le 3 tombe che prima abbiamo nominato, onorate come meritano da dipinti che narrano storie inerenti la vita di Santa Chiara.

   Se non sono riuscito a trasmettere tutto il Misticismo e l’elevazione che aleggia nell’aria di Assisi, posso affermare che quel che ho riportato è troppo poco, perché avrei dovuto raccontare di molti più particolari. Ma tanto più avrei scritto, tanto ancora sarebbe mancato, perché ogni punto ha storia, arte, atmosfera, misticismo.

   Credo che la premiazione ad Angela Merkel, già avvenuta e coordinata a Juan Manuel Santos, non possa non incidere nei loro cuori, per svolgere quel che è Loro possibile, onde adeguare il Futuro seguendo l’Evoluzione.

 

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