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ACCOMPAGNARE CON AMORE LA PARABOLA FINALE DELLA VITA DI UNA PERSONA ANZIANA

mani e anzianidi Francesco Angellotti (AG.RF 19.12.2014) ore 23:06

(riverflash) – Si avvicina il Natale: non più ne’ meno di come è accaduto tutti gli altri anni. Ci si prepara alle Feste, ma queste ogni anno possono cambiare a seconda delle disponibilità e della situazione. Comunque sempre si cerca di salvare una parvenza di Festività, nello Sfarzo o nella Modestia apparendo in modo sincero,,, essendolo non tanto.

   E’ questa un’occasione che si ripete e che bisogna sottolineare, perché gli eventi sono unici nell’anno, anche se ripetuti tutti gli anni. Quindi le notizie fanno scalpore, a qualsiasi livello: feste – concerti – spettacoli – cultura -ritrovi – riunioni popolari— oppure problemi sotto l’albero – discrasie sociali – divergenze nelle esternazioni desiderate – programmi mancati – la crisi che toglie spazio… tanti sono gli argomenti che si possono trattare in questo momento, ed io avrei avuto piacere d’evidenziare alcune contraddizioni che esplodono e non permettono che la Società trovi armonia nelle sue espressioni: articoli del genere come quello che mi è stato pubblicato riguardo il film degli Who Quadrophenia, anche se riconosco di non aver avuto grande ricezione, ma è un argomento che io sento determinante in quanto, fino a che non risolveremo certi problemi di discrasia sociale, la Storia proseguirà su binari falsi e scoordinati e la vita dell’Uomo sulla Terra non potrà raggiungere gli ideali verso i quali, teoricamente, vorrebbero tutti andare. Ma non è detto che tutto non finisca così, allora arrivederci e grazie.

   Eppure, tra i tanti argomenti, non ne tratterò alcuno. Non per scarsezza d’importanza o carenza del numero degli eventi, tanto meno per nullità dell’essenza di tutto il contesto seguendo uno spirito esistenzialista dal quale (permettete) non sono molto lontano; il problema è un altro, molto più banale e poco interessante.

   Il tempo di partecipare, concentrarmi e riferire su qualsiasi notizia interpretata in qualsiasi modo viene a me a mancare, perché mi trovo a dover assistere alla parabola finale d’una persona anziana che mi sta molto vicino, ed a cui sono legato da Amore, oltre non più.

   Potrei voler far considerazioni su manifestazioni che si esprimono in circostanze varie e plateali; sarebbe il caso durante l’approssimarsi delle Feste, ma a me adesso vien da esprimere un sentimento, un significato diverso.

   Mi trovo vicino ad una cara persona che, pur essendo arrivata alla fine del suo ciclo vitale, non demorde e con sofferenza e disperazione rimane attaccata alle funzioni organiche, che oramai non le danno più capacità d’espressione ma comunque la mantengono lucida, ferrea nel ricercare quel che le sovrastrutture le hanno inculcato come “desiderio della Vita”.

   Sorge spontaneo il dubbio, rivolto ad una persona in queste condizioni: ma che campa a fà?

   Sarebbe, però, stupido voler limitare la funzione di questa persona alla sua produttività, che essendo passata ad una dipendenza necessaria nelle funzioni e nel movimento, è arrivata ad una fase passiva: anche se fino a pochi anni fa la sua vitalità si è espressa attivissima in tanti modi in cui ha esternato affetto ed altruismo.

   D’altra parte, voi capirete, a 93 anni non si può pretendere un’agilità fisica a livello atletico, e già è tanto che la sua mente conservi ragionamento e lucidezza ad ottimo livello: vagando, comunque, con i suoi pensieri a quando era giovine, rivivendo le esperienze quasi come se fossero attuali. La sua realtà non è più inserita nel Mondo in cui gli eventi si susseguono precipitosamente, ma è il Mondo ad essere racchiuso nella sua realtà, dalla quale non esce. Non c’è altro problema oltre quelli che la coinvolgono, non c’è altro da pensare oltre che la sua situazione, non esistono esigenze o necessità, oltre le sue.

   Certo, non è un fattore caratteriale ma solamente condizionato da senilità, come capiterà a tutti quelli che arriveranno alla sua età. Ma è giusto seguire la dimensione che crede sia l’unica a cui si debba dare importanza; perché ha amato tutta la vita e si è fatta amare. Il suo animo si è sempre donato a cause che non avevano nascosto subdolamente l’Egoismo e l’Interesse, ma si è sempre donata verso l’Uomo con il suo Spirito. Casomai chiamando come sostegno ed ausilio san Francesco, che è un Santo d’una spiritualità tale che siam certi ha portato aiuto e sostegno a chi lo ha chiamato con tale amore (lo posso attestare).

   Per cui, chiedo scusa a tutti i lettori (ammesso che avrete voluto leggere fino a compimento dello scritto) se le tematiche affrontate non sono ne’ natalizie ne’ festaiole: presto mi riprenderò, abbiatene fiducia.

   Ma vorrei esprimere verso la persona anziana che ha bisogno d’assistenza tutto l’amore e la riconoscenza per il cuore ed il sentimento che ha saputo irradiare verso il suo prossimo, anche con tutti i suoi principi personali e discutibili: vorrei sostenerla con l’Amore di un Figlio!

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