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Esecuzione di Fine del Corso degli Ottoni del Briccialdi nella Basilica dedicata a San Valentino

ottoni-briccialdi-san-valentinodi Francesco Angellotti (AG.RF 19.02.2018)

(riverflash) – Una cosa stranissima  è che, a Terni, radicata è la fede in San Valentino, ma non è divulgata la sua storia, se non il giorno a lui dedicato come Santo Patrono. Nella sua lunga vita dal 176 al 273, convertitosi e diventato Vescovo a 21 anni, cercò di espandere l’ osservanza dell’esordiente Cristianesimo, fece anche miracoli, ed ottenne amnistie da parte di Claudio II il Gotico che non riuscì a convertire, ma ne ebbe la grazia; sotto il successore Aureliano fu giustiziato: di nascosto per non sollevare sommosse da parte della popolazione, di cui godeva ottima stima; e va considerato quanto fosse trascinator di popolo se, nonostante i suoi 97 anni, che sopratutto a quell’epoca erano un’enormità, fu ordinata dall’Imperator romano la sua decapitazione,  che sarebbe dovuta esser compiuta in lande oscure lungo la via Flaminia, di nascosto dalla Bassa Plebe che avrebbe potuto scatenar sommosse per difendere il Vescovo.. La sua personalità era venerata, non solo per aver eseguito alcuni miracoli, ma per aver portato alla ribalta principi inconcepibili per la morale corrente, in quanto esaltavano l’Umanità dei poveri e dei Servi della Gleba; senza imporre dogmi e fare violenza nei riguardi di chi lo riteneva avversario, ma elargendo l’Amore e la Pace che divulgava come messaggio.

   La sua influenza ebbe fama fino in Veneto, ove in epoche molto successive Jacopo da Bassano e il veneziano Antonio Arrigoni composero affreschi a lui dedicati; quindi  il paese di Bussolengo, che si trova in provincia di Verona, ha nominato San Valentino suo Santo Patrono. Cosa che non ha creato rivalità tra Terni e Bussolengo, perché, anzi, si sono gemellate per portare in alto la testimonianza di chi, pur in avanzatissima età, è stato immolato dalle Forze Repressive, che ostacolavano l’insorgere di una Nuova Fede, che sovvertiva l’Ordine Strutturale.

   Molti rivolgimenti storici sono avvenuti, compreso quello che, arrivati al 2018, la sua festività che è stata indetta nel giorno della sua morte, capitava nel giorno delle Ceneri. Ora, sapete bene che per i Cristian le Ceneri sono un simbolo di penitenza; almeno 1 giorno non leviamoglielo, dovrebbero capire di più per constatare che la Penitenza dovrebbe coinvolgere il Comportamento e non un giorno di mea culpa. Però, obbiettivamente, il 14 febbraio non si poteva festeggiare San Valentino, perché sarebbe stato più proprio rivolgere il proprio animo verso il Pentimento. Allora, la festività è stata nominata, per quest’anno, al 13 febbraio. Tutti hanno ritenuto che sia stata anticipata di 1 giorno; ma la signora professoressa, che era vicino a me durante il Concerto, obbiettava che non è stata spostata, perché quest’anno è stata indetta per il 13, e basta. Questione di forma, mi è sembrato proprio dir alla gentile signora, ma qual’è il Concerto ove è stato discusso sull’argomento?

   Qui sta la Novità. Tanti anni, tanti secoli che viene ricordato San Valentino come Patrono, e la punta culturale della città, che è l’Istituto Superiore di Musica Giulio Briccialdi, mai è stata coinvolta nell’evento. Non pare logico, due perni che sono così emblematici per l’importanza civica e culturale di una città ricca, ma troppo timida, non trovano simbiosi?

   Effettivamente la cosa non poteva durare, allora, quando è arrivata la richiesta del presidente dell’Istituto, Marco Gatti, se l’ultima prova di preparazione dei fiati dell’Accademia si fosse potuta svolgere presso la Basilica di San Valentino, aperta al pubblico, la risposta dei Carmelitani è stata, non solo affermativa, ma entusiasta.

   Così, quel che è apparso al pubblico un concerto, è stata una Prova Conclusiva del lavoro, particolare, specifico ed estenuante, che gli allievi  di “ottoni” hanno seguito durante tutto l’anno. Certo, non potevano essere lasciati soli in un evento così importante i ragazzi, che avevano appena imparato a suonare ad altissimo livello composizioni scelte e rifinite. Ed, in effetti, tutta l’orchestra era condotta da vari professori, che hanno completato l’ultima lezione dando il tono ai loro allievi che son stati bravissimi nel seguir i tempi ed i tocchi.

   Sotto l’abile direzione del direttore (che non chiameremo più Maestro, ogni gioco è bello quando dura poco) Fabio Maestri, l’orchestra ha iniziato con 4 fiati di fronte al pubblico, che son stati sorretti da altri 4 alle spalle, in alto ove è il loco rituale dell’Organo.

   L’effetto è stato emozionante, ed è stata bellissima la ripetizione di questa combinazione di effetto sonoro anche nella seconda esecuzione, in cui gli strumenti erano un po’ aumentati. Ed ad ogni brano, gli strumenti erano sempre di più, terminando con una musica imponente ma festosa, ricca di tutti gli strumentisti ai fiati, con 5 ragazzi alle percussioni.

   I brani sono stati selezionati dai professori, per far eseguire ai ragazzi una giusta esperienza per la conclusione del ciclo degli studi. Si è esordito con “la Battaglia”, da L’Organo Suonarino del 1611, autore  Adriano Banchieri, compositore dal 1568 al 1634. Avrete senz’altro notato che di questo musicista si celebrano i 450 anni dalla nascita, e questo è stato un incentivo per sceglierlo per l’adattabilità dei pezzi, messi nelle mani degli allievi.

   Successivamente si è svolta un’altra “Battaglia”, ma con suoni più moderni, che son comunque stati preferiti alle esplosioni delle armi. L’autore Valentino Bucchi si è presentato nel 1916, ma ha trovato giusto andar via nel 1976, per cui si può considerare un contemporaneo.

   Si è tornati indietro nel tempo con la 3° esecuzione; ma è stata grandiosa, perché è stata suonata musica di Gioacchino Rossini, attivo dalla fine del secolo (1792), fino al 1868. Da una delle più importanti Opere tramandate, il Guglielmo Tell, è stato suonato “Qual silvestre metro intorno”, secondo la riduzione di Fermo Bellini, che è stato un poliedrico Uomo di Cultura, che ha avuto fama e notorietà in tanti campi artistici.

   Si è tornati all’attualità ascoltando un tema di Goffredo Petrassi, che nato all’inizio del ‘900 (1904), è stato attivo fino al 2003; e da direttore dell’Accademia di Santa Cecilia ha svolto Opere Grandiose, compreso un Reparto presso l’Auditorium Parco della Musica adiacente allo Stadio Flaminio (che è uno scempio buttarlo via), di fronte al Villaggio Olimpico.

   La modernità di Petrassi si è definita nei suoi composti; l’ambiente in cui si svolgeva l’attualità era molto acceso; infatti il Cambiamento appariva prorompente e l’Impeto esigeva nuove vie rispetto alle modulazioni tradizionali; il ’68 ha sfondato le pareti messe su tanto per benino dalla tradizione, e quel che è apparso necessario, era cercare nuovi schemi su cui evolvere. Quindi la Musica, che è un’espressione dell’andamento Sociale, non trovava melodie o temi lineari per seguire un ritmo, ma era una continua ricerca di Temi, che si fondevano e contrastavano con impulsi nuovi e improvvisi.

   Il significato è profondo di questi Studi, peccato che la Società ha vinto come sempre, e ci si è ritrovati a comporre musiche da canzonetta. Ma la Musica di Petrassi è stata scritta, ed il suo Valore rimarrà indelebile in tutte le Fasi, finché Mondo sarà.

   Conclusione di un altro moderno; il cecoslovacco Gustav Mahler, che, nato nel 1864, ha provveduto di terminare la sua brillantezza a Vienna nel 1911. La sua I Sinfonia è stata composta per ottoni e percussioni. Però, come compose Gustav era troppo diverso per quel che serviva la sera del Concerto Finale. Allora il direttore Maestri, dall’alto della sua Umiltà che è alla Base della sua Bravura senz’altro Notevole, ha traslato la composizione in “Frammenti titanici”; quest’Opera Conclusiva è stata una Festa! La musica entrava nelle vene e l’Animo esplodeva di carica vitale. Non ci potevamo ritrarre così, senza esaltare il Fuoco irradiando Gioia; allora non poteva mancare il bis; Così Maestri ha rielaborato anche la fine dello stesso concerto di Mahler, ed è stata una carica che ha riempito i Cuori, volti ad un San Valentino che avesse veramente un senso strepitosamente Umano! Come la sig.ra Pellegrini, del centro Universitario San Valentino, aveva descritto all’inizio del Concerto, esaltando lo Studio con i Valori Etici e Personali che dovrebbero maggiormente essere la Guida verso lo Sviluppo.

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