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CONGRESSO ICAMP, MEDICINA ESTETICA: 30% NON E’ SODDISFATTO DEL TRATTAMENTO

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AG.RF.(redazione).27.11.2017

Nuove linee guida europee e nuovi titoli formativi per la tutela del cittadino

“riverflash” – Diramati gli Standard Europei per la Medicina Estetica e le Pratiche non Chirurgiche per l’Estetica pubblicati dal Comitato Europeo di Normazione. “Una garanzia per l’utente è sapere in cosa e dove il medico a cui si rivolge per problemi estetici si sia formato”, sottolinea il Prof. Francesco Amenta dell’Università di Camerino. Ritocchi low cost, trattamenti acquistabili su internet, personale non qualificato: dietro queste tre macro categorie si nascondono tutte le principali insidie della medicina estetica. La possibilità di essere raggirati o di andare incontro a problematiche post intervento, anche irreversibili, sono altissime: secondo gli ultimi dati ICAMP il 30% degli italiani si dichiara insoddisfatto del trattamento trovato sul web. È per questo che si ritiene fondamentale riconoscere il personale qualificato e seguire linee guida che aiutino a riconoscere qualità e servizio.

NUOVE LINEE GUIDA A TUTELA DEI PAZIENTI – In funzione della tutela dei pazienti alcuni Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri hanno istituiti elenchi speciali per consentire la pratica della Medicina Estetica, subordinando l’iscrizione a tali elenchi al conseguimento di un Master Universitario Biennale in Medicina Estetica o all’avere seguito Corsi biennali o quadriennali realizzati da scuole private autorizzate dal Ministero della Salute. Fortunatamente, in un’area in esistono poche regole, per di più non applicate in maniera omogenea, si cominciano ad intravedere spiragli che rendono gli specialisti ottimisti per il futuro. Si tratta degli Standard Europei per la Medicina Estetica e le Pratiche non Chirurgiche per l’Estetica pubblicati dal Comitato Europeo di Normazione (CEN). “Tali standard indicati dalla sigla EN 16844 – spiega il Prof. Amenta – testimoniano lo sforzo del normatore europeo ad emanare suggerimenti e linee di indirizzo. Tali linee, sebbene non siano vincolanti rientrando la problematica della tutela della salute tra le competenze degli Stati Nazionali, danno, comunque, indicazioni che dovranno essere tenute in conto, specie dagli Stati che, in effetti, non hanno regolato la materia”.

 RICONOSCERE UNA TRUFFA È POSSIBILE? – L’incertezza delle regole sulla formazione non aiuta ad avere idee chiare: esistessero diplomi di specializzazione la scelta potrebbe essere più facile. Non ci sono stime su quanti “truffatori” o “non esperti” operino in Italia o nei Paesi dove il turismo medico attrae nostri concittadini. Probabilmente il problema esiste, è spesso ignorato, ed assurge agli onori della cronaca in situazioni conclamate di mala pratica.  “Riconoscere i “truffatori”, che operano millantando credito non è facile – conclude il Prof. Amenta – anche perché iniziative di Ordini professionali, la cui missione è di garantire la qualità delle prestazioni erogate in favore dell’utenza, rischiano di essere vanificate dalla mancanza di un preciso quadro normativo. Nell’attesa di avere leggi più chiare in proposito, una garanzia per l’utente, che la dovrebbe pretendere, è sapere in cosa e dove il medico a cui si rivolge per problemi estetici si sia formato. In questa realtà, dai contorni molto sfaccettati, è probabile che le migliori garanzie possano derivare dal titolo di studio in possesso del professionista e dal valore dello stesso”.

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