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Ahmadreza Djalali, scienziato iraniano che ha lavorato a Novara, condannato a morte per spionaggio

ahmadreza-djalaliAG.RF 03.11.2017

(riverflash) – Amnesty International si sta battendo per evitare l’esecuzione della condanna a morte per Ahmadreza Djalali, 46 ricercatore esperto di Medicina dei disastri e assistenza umanitaria presso l’Università del Piemonte Orientale di Novara.

Djalali è stato arrestato dai servizi segreti mentre si trovava in Iran per partecipare a una serie di seminari nelle università di Teheran e Shiraz. l’accusa è quella di spionaggio a favore di Paesi ostili, reato che in Iran prevede la pena di morte. Per protesta, Djalali aveva iniziato uno sciopero della fame il 24 febbraio. Tuttavia, a causa dell’ulteriore peggioramento della sua salute che ne aveva causato il ricovero, Djalali ha deciso di interrompere lo sciopero della fame il 6 aprile.

Ahmadreza Djalali, che è detenuto dall’aprile 2016 nel carcere di Evin, si è visto rifiutare per due volte un avvocato di sua scelta. L’accusa è di passato a Israele informazioni su 30 scienziati nucleari e militari, tra cui due che rimasero uccisi nel 2010, in cambio di soldi e della residenza in Svezia.

Djalali ha lavorato e vissuto con la propria famiglia a Novara dal 2012 al 2015, poi, a gennaio 2016, è tornato a vivere a Stoccolma. Lo scorso dicembre, le autorità iraniane hanno fatto forti pressioni su Djalali affinché firmasse una dichiarazione in cui “confessava” di essere una spia per conto di un “governo ostile”. Quando ha rifiutato, è stato minacciato di essere accusato di reati più gravi.

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