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US OPEN. LORENZI, USCITA CON ONORE

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di Valter Chiappa
(AG.R.F. 04/09/2017)

(riverflash) Lo diciamo senza retorica: Paolo Lorenzi comunque il suo Slam lo ha vinto. Nella notte italiana è stato sconfitto (4-6 3-6 7-6 6-4) negli ottavi di finale degli US Open da Kevin Anderson, ma anche nel suo ultimo atto in terra americana Paolino ha venduto cara la pelle.

Il sudafricano è un pennellone che, dall’alto dei suoi 203 centimetri di statura, serve confetti a 200 chilometri l’ora: la sua forza è tutta lì. Per contro, proprio il servizio è l’unico tallone d’Achille del senese: la sua prima palla viaggia di media a 182 km/m (come quella delle Williams!), mentre Anderson ieri ha toccato la stratosferica velocità di 220 km/h.

Per i primi due set è sembrato che non ci fosse nulla da fare; come fronteggiare un avversario che nel suo turno di battuta il game lo porta comunque a casa?

E invece no. Paolo Lorenzi è tenace come un mulo e nel terzo set trova il timing della risposta ai siluri dell’avversario; fa giocare il pennellone, che comincia a inanellare errori non forzati (alla fine saranno 48 contro 30 dell’azzurro), gli strappa il servizio (il primo a riuscirci in questo torneo!), subisce il contro-break, tiene fino al 6-6. Ma al tie-break nonno Paolo realizza il suo capolavoro, regolando Anderson con un secco 7-4.

Nel quarto set fa sperare addirittura nel miracolo, quando al 5° gioco strappa ancora una volta il servizio al sudafricano. Ma a quel punto la maggior vigoria del più giovane avversario si è fatta sentire e le sue cannonate hanno ricominciato a far male. Poi quel maledetto servizio: 9 doppi falli, la maggior parte in momenti cruciali della partita. 6-4 e gli US Open di Paolo Lorenzi finiscono qui.

Comunque chapeau!

 

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