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Deficit di attenzione e di quoziente intellettivo per i bambini esposti ai pesticidi

pesticidaAG.RF 22.08.2017 (ore 17:28)

di Dario Tamburrano, Efdd – MoVimento 5 Stelle Europa

I pesticidi friggono il cervello dei bambini. Più un bambino piccolo è esposto ai pesticidi – e più vi è esposta la madre durante la gravidanza – più egli, in età scolare, rischia problemi come deficit di attenzione e abbassamento del QI (quoziente di intelligenza). Si calcola che, in tutta l’Unione europa, a causa dell’esposizione agli organofosfati ogni anno vada perso un numero di punti QI pari a 13 milioni. Gli organofosfati sono i composti-base di molti pesticidi ed erbicidi ammessi nell’agricoltura convenzionale ma non in quella biologica. Tradotta in termini monetari, la sola perdita di punti QI legata agli organofosfati ha un costo economico valutabile in circa 125 miliardi di euro all’anno: all’incirca l’1% del PIL dell’UE.

Dal punto di vista nutrizionale, i vantaggi del cibo biologico rispetto al cibo convenzionale sono modesti. Ma il nocciolo della questione è ben altro: consiste nei danni allo sviluppo neurologico causati dai residui di pesticidi presenti nel cibo convenzionale. Genitori e insegnanti si lamentano che i ragazzi non sanno più l’italiano; i quaderni di scuola mostrano un gap incolmabile rispetto a un tempo neanche lontano; aumentano i casi di ADHD, la sindrome da deficit di attenzione e iperattività che costituisce l’incubo dei genitori di tutto il mondo. Forse fra qualche decennio gli scienziati saranno in grado di dirci se é corretto unire i puntini ed attribuire questi disastri, in tutto o in parte, agli onnipresenti pesticidi.

Secondo lo studio dello STOA (Science and Technology Options Assessment), gli esami del sangue e delle urine indicano che gli europei sono esposti agli organofosfati come gli statunitensi, e anche più di loro. Negli USA è stata dimostrata l’associazione fra l’esposizione delle donne incinte agli organofosfati e i problemi di sviluppo mentale dei figli all’età di due anni, la minore capacità di attenzione a 5 anni, il quoziente di intelligenza più basso a 7 anni, lo sviluppo cognitivo alterato a 12 e 24 mesi e fra i 6 e i 9 anni.

Altri studi statunitensi, sempre relativi alla presenza di organofosfati ma stavolta nel sangue del cordone ombelicale: sviluppo mentale e motorio ritardato a tre anni, addirittura cambiamenti nella struttura del cervello in età scolare. Più ci sono organofosfati in corpo, più è alto il rischio che un bambino di 5 anni sviluppi l’ADHD; analoghi rischi anche a 8-15 anni. Ancora negli USA, fra i bambini nelle cui urine si ritrovano piretroidi (un altro tipo di pesticidi ammessi nell’agricoltura convenzionale ma non in quella biologica) l’ADHD é doppia rispetto ai bambini nelle cui urine i piretroidi sono al di sotto del limite di rilevabilità.

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