AG.RF.(redazione).03.06.2017
“riverflash” – Nel 2016 c’è stato un consistente calo delle nascite: rispetto al 2008, sono 100mila in meno i bambini nati. Nel 2008 erano nati 576mila bambini, mentre nel 2016, le nuove nascite sono state circa 474mila. Secondo l’Ista, il numero medio di figli per donna è sceso da 1,46 nel 2010 a 1,35 nel 2015. E proprio di questa crisi della natalità e sicurezza del percorso nascita si è parlato in occasione del Congresso della Società italiana di pediatria (Sip), che si è svolto nei giorni scorsi a Napoli. Ma qual’è il motivo di questa drastica riduzione di nascite? Probabilmente le cause sono più di una, ma soprattuto ad influenzare questa diminuzione, sono state le condizioni economiche delle famiglie e il conseguente aumento della povertà, aggravata dalla disoccupazione giovanile. Ecco anche perché, è aumentata l’età delle donne che partoriscono: oggi più di un terzo di esse, mette al mondo il primo figlio a un’età media di 35 anni e più dell’8% a 40 o oltre. E ciò avviene non senza rischi perché è noto che una donna raggiunge il periodo di massima fertilità, tra 18 e 25 anni e programmare una nascita dopo i 40, non è certamente facile per una donna. Inoltre, l’età avanzata delle donne al parto, associata all’aumento del ricorso a tecniche di riproduzione medicalmente assistita, ha portato ad un aumento delle gravidanze multiple e delle nascite pretermine (prima di 37 settimane di gestazione) che spesso possono associarsi a complicanze. Ecco dunque i motivi principali che hanno portato le donne a pensarci bene prima di mettere al mondo un figlio e a risentirne è soprattutto il “valore” della famiglia che non sembra più essere lo scopo principale di una coppia.
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