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“SCAPPA – GET OUT” – La recensione

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di Valter Chiappa
(AG.R.F. 29/05/2017)

(riverflash) Cosa direste ad un ragazzo di colore che viene accolto a pacche sulle spalle e chiamato “fratello” da un gruppo di bianchi maturi, agiati e benpensanti? Quello che pensa, Jordan Peele glielo dice a chiare lettere “Get out!”.
Scappa, a gambe levate.

Dopo una serie che minaccia di diventare infinita di film in cui alla discriminazione razziale si contrappone il faticoso riscatto dell’uomo nero attraverso la sofferenza (da “The help”, a “12 anni schiavo”, a “Selma”, a “Il diritto di contare”), dopo film che si focalizzano sulla condizione della black people, estrapolandola dal resto del mondo (da ultimo il premio Oscar 2017 “Moonlight”), finalmente un’opera che spariglia le carte e lancia un messaggio nuovo, allarmante e che rischia di essere terribilmente vero. Ci voleva un comico per buttare all’aria una serie di cliché divenuta, dopo il buonismo dell’era Obama, quasi insopportabile e che, ciò che è più grave, minaccia di trasformarsi in una prigione ancora più soffocante del razzismo.

Il regista parte, e forse non è un caso, dal film che 50 anni fu l’antesignano di ogni discorso sul tema razziale: “Indovina chi viene a cena”. C’è la ragazza dal volto pulito (Allison Williams), c’è il suo prestante boyfriend con la pelle nera nera (Daniel Kaluuya), c’è la presentazione ai genitori, professionisti benestanti (un neurochirurgo e una psichiatra, attenzione), isolati nella loro tenuta della Deep America.

Ma da qui Peele parte per la tangente e stravolge tutto. Dimenticate la burbera saggezza di Spencer Tracy e gli occhi gonfi di pianto di Katharine Hepburn. Non c’è dibattito tra idealismo e pragmatismo, non ci sono gli scontri generazionali, non c’è sentimento, né sentimentalismo. Questa è una storia dell’orrore.

Non per il genere prescelto per raccontarla, ma per il suo messaggio. Le guerre non si combattono più contrapponendosi, ma inglobando. E classificando. Tutti al loro posto ed ognuno con il suo ruolo, perché ognuno ha qualcosa da mettere a disposizione del potere. E se sei un nero cosa puoi offrire, agli occhi di un manipolo di vecchi conservatori chiusi nei loro beceri pregiudizi? La prestanza fisica, la potenza sessuale, il corpo, nulla più. Se ogni caratterizzazione implica differenza, quindi razzismo, qui siamo ad una ideologizzazione della razza degna di Mengele.

Come detto, Jordan Peele sceglie l’horror, e lo fa appropriatamente, ma il genere è uno strumento, non il fine. Lo tratta quindi in maniera volutamente convenzionale, riferendosi a dei precedenti riconoscibili (il regista ha dichiarato di essersi ispirato a “La notte dei morti viventi”) ed utilizzando espedienti tecnici standard per creare la suspense. Nel collazionare ed assemblare citazioni e nel trattare il genere con irriverente distacco si ravvede quasi uno spirito tarantiniano; lo si riconosce senz’altro nel convulso finale (usiamo appositamente un aggettivo generico).

scappa-get-out-jordan-peele-2017-07Quindi se andate a vedere “Scappa – Get out”, col solo proposito di saltare un po’ sulla poltrona, sentendo l’adrenalina schizzare, probabilmente rimarrete delusi: da questo punto di vista non c’è nulla di nuovo sotto il sole. La scelta di un genere narrativo così caratterizzante in questo senso costituisce un limite del lavoro di Peele: la ricerca del brivido, in particolare da parte degli appassionati, distoglie dal messaggio.

Ma se cercate altro, se cercate cinema, nella sceneggiatura ci sono tocchi di vera genialità: la metafora del cervo, che ricorre all’inizio, centralmente, nello straniante discorso del papà della sposa, e nel finale, sempre con una precisa simbologia; il ruolo dell’amico, appositamente tenuto estraneo alla vicenda, che, come una Cassandra, profetizza la lucida realtà dei fatti ad una mente, quella del protagonista, che pare ottenebrata da una misteriosa nebbia; i discorsi dei vecchi barbogi, che dipingono il quadro allucinante che si nasconde dietro il politically correct. E il finale, che lascia prefigurare le possibili, terribili conseguenze di questo stato di cose.

Non c’era bisogno di rinnovare l’horror e Jordan Peele non lo fa. C’era bisogno di dire qualcosa di diverso, spiazzante, orrorifico sul razzismo, c’era un allarme da lanciare alla gente nera e Jordan Peele questo lo urla: Scappa!!!

Voto: 7-

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