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SANITA’, ROMA: PRESENTATO DECRETO PER ABBATTIMENTO LISTE D’ATTESA

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AG.RF.(redazione).12.04.2017

 “riverflash” – Classi di priorità ed esami in 10 giorni: ecco il piano per abbattere i tempi delle liste di attesa, presentato dal governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, alla presenza del ministro della Salute, Lorenzi, e del responsabile della Cabina di regia della sanità del Lazio D’Amato. La novità sta nell’introduzione di “classi di priorità”, oltre al blocco dell’intramoenia, gestione trasparente delle liste, esami entro dieci giorni dalla prenotazione per 8 visite ecografiche e 3 visite specialistiche, sperimentazione di ambulatori aperti per visite in giornata. Sono in sintesi questi i punti importanti del decreto per la riduzione delle attese per visite specialistiche. Ma in cosa consistono le classi di priorità? Il medico di famiglia dovrà indicare il grado di urgenza della prestazione: Urgente (entro 72 ore), Breve (10 giorni), Differibile (30 giorni per le visite, 60 per le prestazioni strumentali), Programmata (180 giorni). La classe di priorità riguarderà il paziente che accede per la prima volta a una prestazione. Qualora fosse già conosciuto perchè, ad esempio, è un malato cronico, uscirà dallo studio con la data, l’ora e il nome della struttura che eseguirà l’esame, che resterà sempre la stessa anche i per futuri controlli. In questo modo uscirà dal calcolo delle liste d’attesa perchè già preso in carico dalla struttura. Il decreto inoltre, introduce una gestione trasparente delle liste. Ad ogni prestazione erogata deve corrispondere una prenotazione. I calendari delle agende non potranno essere chiusi: un modo per evitare che il paziente si senta più dire “Torni l’anno prossimo”. Diventa fondamentale il lavoro delle Asl, che avranno trenta giorni di tempo per programmare la rete di offerta per le diverse tipologie di prestazioni, valutare la quota di attività che sono in grado di produrre e quella che può essere acquistata dalle aziende ospedaliere, e prevedere il recupero dell’efficienza attraverso l’ottimizzazione dei turni del personale e l’uso dei macchinari. Un’altra importante decisione, riguarda l’intramoenia e quindi, quando le attività istituzionali superano i tempi attesa dalle classi priorità, si andrà all’interruzione della libera professione, che verrà riattivata nel momento in cui questi tempi istituzionali scenderanno. Saranno 8 esami gli esami ecografici e 3 le visite specialistiche (oculistica, dermatologica e cardiologica), interessati all’abbattimento delle liste d’attesa. I soldi stanziati per questo progetto, ammontano a 10 mln e il tempo stimato per la realizzazione è di 12 settimane: la Regione Lazio ha previsto anche un aumento dell’offerta in ogni azienda attraverso prestazioni aggiuntive, l’apertura dei servizi tutti i giorni fino alle 22 e, se necessario, anche il sabato e la domenica. In questo modo verranno eliminate le  code attuali e si entrerà a regime con le nuove indicazioni. Infine verrà messa in atto una sperimentazione con alcuni ambulatori aperti. Il cittadino potrà eseguire un esame in giornata senza avere la prenotazione. Soddisfatti i sindacati Cgil, Cisl e Uil del Lazio, che hanno spiegato: “L’accordo sottoscritto oggi non è un punto di arrivo ma un punto di partenza: occorre assicurare maggiore flessibilità del personale così come regolata dagli accordi sindacali e resa possibile da un piano di assunzioni e stabilizzazioni del personale, di una maggiore utilizzazione della strumentazione tecnica con un sensibile aumento del loro utilizzo”. I sindacati hanno inoltre spiegato come sia necessario, “dopo una lunga fase di risanamento dei conti, procedere unitariamente rilanciando la qualità delle prestazioni, riorganizzando i servizi territoriali e puntando decisamente su una nuova regolamentazione degli appalti in sanità. La trasparenza delle agende é un altro tassello che viene messo al riconoscimento della centralità dei cittadini che potranno consultarle direttamente ottimizzando così il servizio e contribuendo anche per questa via a ridurre i tempi di attesa”. E infine, sempre secondo i sindacati, occorre “proseguire il confronto con la Regione su tutte le altre questioni che incidono sulle prestazioni sanitarie per migliorale ma soprattutto per modificare in positivo la percezione che oggi i cittadini hanno della sanità pubblica”.

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