MARIANNA MADIA SI DIFENDE DALL’ACCUSA DI PLAGIO E NON SI DIMETTE

AG.RF 31.03.2017

(riverflash) – Una tesi di dottorato che contiene il famigerato «copia e incolla» sta creando problemi a Marianna Madia, ministro della Pubblica Amministrazione. A lanciare il sasso è “Il Fatto Quotidiano”, affermando che la Madia abbia copiato parte della tesi di dottorato, presentata nel 2008 all’IMT di Lucca, istituto particolarmente attento e rigido verso chi copia materiale che avrebbe dovuto produrre. Secondo l’IMT si incorre nel plagio “con la presentazione delle parole o idee di altri come proprie”, specificando che rientra in questo comportamento anche “appropriarsi deliberatamente del lavoro di altri o non citare correttamente le fonti all’interno del proprio lavoro accademico”. Nel caso di Marianna Madia si tratta di aver omesso nomi tra le parentesi e il ministro annuncia querela pubblicando su twitter la sua tesi di dottorato per intero e affermando che saranno i giudici a quantificare il danno da lei subito. Crediamo sia abbastanza frequente aiutarsi con il «copia e incolla» nel redigere una tesi, soprattutto se chi la scrive è già impegnato nel mondo del lavoro. Un peccato veniale che diventa grave se a commetterlo è un ministro del Governo in carica.

In Germania è successo un episodio analogo. Annette Schavan, ministro dell’Educazione e della Ricerca dal 2005 al 2013 nei governi di Angela Merkel. Fino al 13 febbraio 2013, perché nel maggio 2012 Annette Schavan è stata accusata di plagio per aver copiato interi brani della sua tesi di dottorato (94 di 325 pagine) senza citare la fonte. L’Università di Düsseldorf ha annullato il titolo di dottore alla Schavan, che si è dimessa pur professandosi innocente.

Quasi nessuna reazione dal mondo della politica, solo Danilo Toninelli (M5S) ha twittato: “Dei tedeschi ammiro la serietà istituzionale. Un ministro si è dimesso per una tesi copiata. Se non chiarisce, Madia dovrebbe fare lo stesso”.