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Non parliamo di Arte a Piediluco o nella Val Nerina; è solo Arte: ARMENO ARMENI

collesantodi Francesco Angellotti (AG.RF 25.03.2017)

(riverflash) – La poesia e la delicatezza dell’immagine del Lago di Piediluco, che si nasconde immersa tra le alture che si stagliano tra la Val Nerina, la strada verso Rieti , appena passata Marmore, svolge nell’animo una sensazione, imprescindibile, volgendolo ad acciuffare il Senso della Vita.

   Non sono parole folkloristiche, se siete mai stati a Piediluco certo son stato condiviso.

   Ma quel che non viene afferrato immediatamente, è che in certi ambienti, ove la Realtà ci piomba addosso soffusamente, solo per caso e per breve tempo, chi assorbe il messaggio dell’ambiente in modo assoluto e completo, sviluppa la sua personalità vicino al “senso artistico”, ed alla crescita del bagaglio umano: portando il contenuto interiore ovunque, ricco del significato eterno della Natura.

   Sembra quasi una parte consequenziale all’ambiente la vita di Armeno Armeni; che ha portato la sua arte per ogni dove, ma ha voluto terminare la sua partecipazione alla vita, nel 1950, a Piediluco; ov’era nato 80 anni prima.

   Già nel nucleo ove si trovò era inserito ad un certo livello, figlio di Gerardo, che sposò la Nobil Donna Maria Tazza. Fu subito molto attivo nello studio e nella ricerca del contenuto; fin da quando svolgeva il Collegio a Rieti e la Regia Accademia di Belle Arti a Roma. Esperienze che gli dettero subito un’ampia mentalità e considerazione della Società, in cui trovò molti artisti con cui strinse una profonda e proficua amicizia; tra questi fu molto importante lo scambio che ebbe con i pittori spagnoli che erano venuti a Roma per studiare l’Arte fin dalla sua nascita: Angel Andrade Blazquez e Regidor Gomez, al quale trasmise l’immagine del fiume Velino e del lago di Piediluco.

   La sua passione per lo studio lo portò ad essere insegnante a Rieti, nel collegio che conobbe da studente; dopo il matrimonio con la madre dei suoi 3 figli, Zaira Magnatti, svolse l’attività d’insegnante in diversi posti in tutt’Italia, arrivando ad essere Preside, concludendo l’insegnamento a Terni nel 1940, anno storicamente indimenticabile (in Italia; in Germania già avevano cominciato).

   Fu anche scrittore e giornalista, collaborando con la rivista di Letteratura, Arte ed Economia ( nel mio articolo precedente ho affermato la loro antitesi; ma sotto i Savoia non c’era modo di affermare impostazioni personali); scrisse su “Vita Sabina” (che ha avuto un allargamento a tutto il Mondo) riguardo la Storia dell’Arte; ma anche pubblicazioni molto diverse tra loro: da testi scolastici, a poesie satiriche in lingua ed in vernacolo. Completò la sua vena scrittoria con un libro in cui affermava la bellezza del posto in cui ebbe i natali, che mai lo aveva abbandonato nel suo significato: “Piediluco gemma dell’Umbria” (non era ancora il ‘900, perchè uscì edito nel 1897).

   Era di moda, sotto al Regime, di elargire onorificenze a chi portava in alto il nome dell’Italia. Ed in effetti, Armeno Armeni (che non nel nome, ma di fantasia ne aveva tantissima) fu insignito della classica nomina di Cavaliere. Certo non per la sua attività politica, ma per la sua partecipazione all’Istruzione ed alla sua espressione come Pittore.katundric

   In questo fu molto interessante, con la sua estroversia e la sua impostazione; che non usciva da certi schemi, ma li personalizzava profondamente. I dipinti avevano la caratteristica che esplodevano di Luce, cercando il filo per trasmettere una ricchezza d’amore, attraverso l’esplosione della bellezza della Natura. Il tutto non seguendo una corrente, più o meno imperante; perché era tutto frutto della sua Arte; che però volgeva occhio attento a tutte le contraddizioni che si affermavano: accademico ed anti-accademico; impressionista ed espressionista, Artisti predecessori e contemporanei. Vogliamo fare un sunto degli Artisti che ebbe come compagni d’Arte? Sono troppi, e commetteremmo ingiustizie nei riguardi dei non citati; faremo il nome solo di Antonio Fontanesi, che fu il più brillante ed importante collega.

farabuttismo   Comunque la sua espressione, sempre impegnata nella Ricerca e nel Confronto, si è caratterizzata per la sua esplosione nella Luce, ricca di un soggetto solare, in cui il suo stile caratteristico e personale mai ha subito influenze esterne.

   Come ogni Artista, gli piaceva presentare in mostra le sue opere; eventualità che è avvenuta in molte occasioni,  anche all’estero ad Amsterdam, ove vinse per la sua Classe: più che Italiana, radicata ed espressione dell’Umbria, in particolare di Piediluco; con il suo Lago, le Montagne ed il fiume Velino.

   Possiamo sintetizzare l’Arte del grande interprete dell’Umanità Armeno Armeni, osservando il suo quadro del 1903 “Il farabuttismo vince sulla pietà”; è una scena di vita in cui si evidenziano le contraddizioni ed i soprusi che si rivolgono al popolo, approfittando della sua ignoranza e delle speranze nell’Ignoto.pagliai

   Da parte di un Professore, era un messaggio Importante; che infatti mai avrà Fine.

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