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Come aprire un centro massaggi in Italia?

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 AG.RF 21.03.2017

 (riverflash) – Negli ultimi anni si sta diffondendo in Italia e in generale in Occidente un crescente interesse per le discipline olistiche e per i massaggi orientali in particolare. Cresce anche la voglia di formazione, poiché è fondamentale che l’operatore che esegue il massaggio sia altamente specializzato, conosca alla perfezione le zone del corpo da sollecitare e il modo in cui farlo, ma soprattutto è sempre più diffusa l’idea di rendere la gestione di un centro massaggi una vera e propria professione. E allora come fare?

Da un punto di vista normativo, è necessario dotarsi di un codice ateco 96.04.10, codice che inquadra dal punto di vista legale tutti i centri dedicati al benessere fisico. È necessario poi che l’imprenditore si iscriva alla Camera di Commercio e consegnare la SCIA al Comune, cioè una documentazione che attesta il rispetto di tutti i requisiti burocratici, igienici e sanitari.

I requisiti igienici fanno riferimento alle aperture, all’illuminazione e alla sicurezza; quelli burocratici riguardano in senso stretto la struttura e l’agibilità dei locali.

Da un punto di vista pratico, reperire l’attrezzatura necessaria è oggi piuttosto semplice. Regolata la questione dei locali, è sufficiente acquistare prodotti e attrezzature specifiche; si tratta di un processo oggi molto facilitato e accessibile grazie alla rete e all’esistenza di siti ecommerce specializzati, come ad esempio shankara.it, sito di prodotti naturali ayurvedici, dove è possibile acquistare lettini da massaggio professionali di diversi modelli, oltre che oli e accessori specifici per i massaggi e gli altri trattamenti specifici.

Più fumosa è invece la questione relativa all’esercizio della professione e ai soggetti abilitati ad aprire questo tipo di centro. Manca infatti ad oggi un albo che regola la professione olistica dei massaggi, per cui ogni Comune decide a modo proprio. In linea di massima le tendenze in Italia sono principalmente tre: la prima, secondo la quale il centro può essere aperto solo da professionisti in possesso della qualifica di estetista professionale o fisioterapista, la seconda, in base alla quale possono aprire un centro massaggi tutti gli operatori olistici che hanno seguito un corso di formazione apposito, al termine del quale è stato rilasciato un attestato professionalizzante che tuttavia non abilita alla professione, dato che, come abbiamo visto, non esiste ancora un albo nazionale, la terza tendenza regionale consente invece di aprire un centro massaggi ad un qualsiasi operatore del benessere, anche se privo di attestati e autorizzazioni specifiche, purché nel centro sia presente un direttore tecnico in possesso della qualifica di estetista, che supervisioni le attività del centro ed il personale che vi opera. La terza tipologia è quella più diffusa in Italia ed è quella che consente più o meno a chiunque di aprire un centro, purché il personale assunto sia adeguato e supervisionato dal direttore tecnico.

È facile capire come l’istituzione di un albo nazionale possa semplificare di molto le cose e uniformare le condizioni di esercizio della professione olistica in tutto lo Stivale. Ma la strada da fare in questo senso è purtroppo ancora lunga.

 

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