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LA CRISI DEI GIORNALI NEGLI USA, DOVE NON FANNO PIÙ OPINIONE

giornali usaAG.RF 18.11.2016 (ore 11:03)

(riverflash) – I numeri sanzionano l’implacabile crisi dell’editoria negli USA, dove i giornali cartacei si vendono sempre meno. Negli ultimi 2 anni e mezzo il Wall Street Journal ha perso 400.000 copie, Usa Today è sceso a 300 mila copie da quasi a un milione e mezzo, il New York Times ha perso 200 copie, mentre il Washington Post, il Chicago Tribune, il Tampa Bay Times e il Los Angeles Times 100 mila copie. La concorrenza di internet e dei molti TG ha fatto in modo che la gente, per avere notizie, non compra più il giornale. Del resto, quando i fatti avvengono di notte, come è successo nel terremoto di Amatrice, i giornali del mattino dopo non contengono tale notizia. I giornali on line hanno pensato di salvarsi fornendo spezzoni di notizie gratis e chi vuole leggere l’articolo intero deve abbonarsi. Purtroppo molti di quelli che non comprano più il giornale non hanno attivato un abbonamento on line. Hanno smesso di leggere e basta. Magari si collegano con il loro telefonino un paio di volte al giorno con un sito d’informazione, “vedono” i titoli principali, un video divertente e, se riescono, un TG in tv quando arrivano a casa. Senza spendere una lira.

I giornali del prossimo futuro diventeranno sempre più piccoli: poche copie e pochi giornalisti. Ma in questa crisi ci sono grandi responsabilità anche nei giornali italiani. Quasi tutti sono faziosi. Sono lontani dalle persone e, inevitabilmente, non contano niente. A volte sembra che i giornalisti siano così attaccati al posto di lavoro da accettare le imposizioni di editori che usano la proprietà dei giornali per perseguire altri obiettivi in settori diversi dalla carta stampata.

Donald Trump ha vinto le elezioni americane avendo contro quasi tutti i giornaloni, corazzate come New York Times, Wall Street Journal, Washington Post. L’aveva già fatto George W. Bush quando conquistò il secondo mandato. Una volta si diceva che i partiti erano falliti e che dunque, inevitabilmente, per tenersi i lettori i giornali dovevano diventare partiti. Ora sarebbe il caso che tornassero a fare i giornali.

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