Coppa di Africa dal 13 gennaio
header photo

ingrandisci il testo rimpicciolisci il testo testo normale feed RSS Feed

APPLICARE LA RIFORMA DELL’IPPICA PRIMA CHE IL GIOCO VENGA INTERROTTO

nascite puledridi Francesco Angellotti (AG.RF 25.07.2016)

(riverflash) –  Abbiamo sempre criticato il settore Ippico, perché le manovre intraprese non ci sembravano tutte adatte allo Sviluppo ed alla Crescita nel contesto in cui si svolge lo Sport. L’Italia è una ridente penisola mediterranea, in cui la Natura offre tutte le condizioni per incentrare lo svolgimento delle Corse dei Cavalli nella maniera migliore.

   Eppure queste condizioni non sono state rilevate dai Dirigenti che non hanno pensato allo sviluppo dell’Organizzazione, facendo prevalere troppo interessi settoriali, o addirittura personali.

   Viene adesso da ricordare come Mitico il periodo in cui la presidenza dell’UNIRE era investita dal dott. Guido Berardelli, che già svolgeva qualche operazione che non ci sembrava la più idonea, ma era un vero Uomo di Cavalli, con una scuderia tra le più in vista nell’area romana, che sapeva muoversi con competenza ed occhio a lungo raggio: sia nel settore politico, in cui era ammanicato, che in quello tecnico. Infatti, con Berardelli, allora presso l’UNIRE erano stati nominati come Consiglieri uomini dentro nel settore, con professionalità e competenza tecnica che svolgevano quotidianamente la loro professionalità in scuderia (e vorrei dire mio Padre, ma tanti altri di tutti i settori, rilevante quello dell’Allevamento; e certamente c’erano anche i trottatori).berardelli guido

   Adesso le critiche che si possono svolgere sono sempre accese, ma hanno cambiato materia del contendere. Perché non è più materia di miglioramento o di velature interessate, ma si tratta della situazione base: vivere o morire. Infatti, così, l’Ippica muore.

   Tutto perché è avvenuto che, scoperto che il settore è l’espressione di un grosso giro economico, si sono avvicinati tutti quelli che erano attratti proprio dal Capitale; anche se non conoscevano la materia in cui scendevano a pontificare, che gradatamente affievoliva la sua consistenza; e non si è stati capaci di capire come poter riacquistare valore, perché ogni presunto dirigente era lontano dalla dimensione, quindi dall’ottica verso il Cavallo; si è dichiarato “superato” e quindi finito l’UNIRE, che ha dato posto ad un altro Ente, che nella sigla prima ha inserito il termine “Scommesse”; poi, capito che indicava troppo l’esclusione del comparto tecnico, si è sostituito il significato con il termine Spettacolo; comunque sempre ASSI è restato… finché è restato, perché non era un’organizzazione che potesse reggere nella sua struttura: col massimo rispetto per il marchese Francesco Ruffo, che ha svolto un compito encomiabile, come poteva: finché ha potuto.

   Seguendo il principio teorico, dove poteva finire la Dirigenza Ippica, che si sarebbe dovuta riequilibrare? Forse, nell’organo centrale, ovvero, presso il Ministero dell’Agricoltura, al quale tutti gli Enti antecedenti dovevano far riferimento. Così la catastrofe è avvenuta.

   Pretendere che la Situazione Ippica fosse organizzata da chi, non conoscendo cosa era capitato per le mani, non poteva preferire la sua Salvezza a quella di tanti altri settori di più popolare espressione; allora, non capendo quel che sarebbe stato necessario qualificare, si è dato sfogo al Gioco, che aveva lontane basi nell’Ippica. Ricordiamo che nella gara svolta prima della presa di Troia, raccontata da Omero, i soldati scommettevano sui vari partecipanti. E da allora, il gioco ha dato valore alla bravura ed al discorso atletico dei cavalli, generando sempre stimolo nelle puntate, che si sono trovate gestite da organizzazioni di scommessa. Ma, c’è da dire, l’Ippica ha bisogno della scommessa, per creare il retroterra sul quale ergere il suo sviluppo; ma non è scommessa, in quanto le problematiche del settore molto si ampliano, perché la ricerca della Qualità e della Forma non è nel ticket della puntata, ma comporta un dettaglio sempre in evoluzione, in tanti settori.

   Ignorando tutto questo, l’Ippica è diventata scommessa: se non giochi non vinci! Ed implicita la risposta: se non giochi non perdi. Però il problema, già diventato avulso dal senso che avrebbe dovuto avere il settore, è stato quello che si sono create tante altre forme di gioco; dato che a paragone comportavano spese enormemente inferiori, è sembrato stupido incentivare l’Ippica, che è uno sport che costa troppo; invece i giochini che si puntano dal tabaccaio, non costano quasi niente: allargando la possibilità di scommettere da casa, il costo è zero. Se il discorso è questo, a che serve tutto l’enorme carrozzone che comporta la struttura Ippica?

   Niente, quasi niente. E niente capiscono, quando si cerca di presentare l’ambiente come un enorme settore che sviluppa tante materie tecniche, dando sfogo a un’enorme massa d’attività commerciali. Al di là del discorso di selezione e qualità.

   Un attimo prima della catastrofe, chi è parte interna nell’ambiente che sta patendo della grave incompetenza dei coordinatori, si è adoperato per gettare la ciambella di salvataggio.

   L’ingegner Pautasso per la Federippodromi, Passamonti rappresentante della Confindustria e gli Imprenditori Ippici rappresentati da Tuci, uniti nell’Impresa, sono riusciti a portare avanti la presa si posizione che l’Ippica dev’essere gestita e coordinata da chi ha in mano la situazione; per cui è già stata approvata alla Camera la proposta riguardo la costituzione di un Ente nettamente e prettamente Ippico. Nuova e Diversa, ma secondo la struttura del l’UNIRE, e per il breve periodo in cui è risultato, anche per l’ASSI, l’Ente potrà muoversi sub judice; ovvio che dovrà rispondere al Ministero dell’Agricoltura e dell’Economia, ma la proposta di legge Mirabelli, approvata dal Senato, sarà l’unica chance per l’ippica di trovare competenza che permetta la sua sopravvivenza.

   Certo, una volta diventata legge, sarà importante che non segua il percorso delle Leggi, ovvero che non si trovi interesse nello speculare e personalizzare i provvedimenti, per far cassa su un settore in agonia. Ma la situazione è talmente critica, che per salvare il salvabile bisognerà marciare tutti uniti, dando spazio per creare sviluppo senza spirito di competizione o antagonismi.

   Anche il gioco avrà diritto alla sua parte, e Passamonti saprà come creare attrattive nel settore; anche se, per quel che posso giudicare da non giocatore, la cosa migliore non sono i giochini strani e le combinazioni nelle scommesse; quel che vale è la quota; ed in questo ci sembra uno sbaglio che non ci siano più o quasi i chioschi degli allibratori: ma in materia non oso dar giudizi.

   Eppure, tutti uniti per ricreare una situazione che ha permesso l’Ippica d’essere una attività cardine nel dinamismo sociale, fulcro di tante attività che soffrono del suo allontanamento nei Valori Sociali. La correttezza di tutti gli Operatori del Contesto non sarà ovvia, dato le esperienze che hanno visto personaggi approfittarsi dello schiacciamento strutturale e politico, tipo Panzironi e tanti altri; ma non c’è da muoversi a dubbi: dovremo aderire tutti alla nuova Unione che istituirà un Nuovo Ente alla conduzione dell’Organismo Ippico; con l’ottica che trovi modo d’esprimere la sua Indipendenza. Ammesso che si riesca ad arrivare all’applicazione della Legge perché la partita potrebbe finire sul più bello, perché il gioco viene interrotto.

 grafico_uno  Dobbiamo capire, però, che l’Ippica è sempre stato un gioco per chi riusciva ad approfittarsene; allora, conoscendo l’onestà e la correttezza con la quale si è messo in luce Giuseppe Castiglione, non possiamo stupirci se l’ultimo colpo al cuore venga sferzato da un personaggio sì tanto noto per le sue manovre e per il suo acume nel saper introdursi nelle alte vette dirigenziali, d’ogni genere.

   D’altra parte, chi si è abilmente destreggiato in così loschi affari, e col suo retroterra in cui otteneva l’inserimento in alte sfere ove poteva trarne profitto, vogliamo non riconoscere che sia una persona, almeno, furba, che merita successo ovunque metta mano? In Sicilia se lo ricordano bene, ma le sue operazioni sono su tutto il terreno nazionale. Certo, lo scompenso che comporterebbe non sarebbe solo di un settore o di un Centro Economico; all’Ippica è legata un’enorme catena di produzione, che coinvolge migliaia di operatori ed a tutti i livelli. Ma lui che ne sa? E poi, come si è sempre comportato, cosa gli importa? Basta trarne profitto, anche poco pulito; tanto, abbiamo constatato che ne esce sempre altero e fiero, riallacciandosi la cravatta rispondendo agli ossequi.

   E’ constatabile, lo stupore è pleonastico, che Giuseppe Castiglione è ancora vicesegretario presso il Ministero dell’Agricoltura; la situazione l’ha resa insostenibile, perché i pagamenti risalgono a 7 mesi fa; ciò vuol dire che tutto il Contesto non può più andare avanti, sostenendo le spese nonostante non giungano le cifre guadagnate. Federippodromo si è appellata al Ministro Martina, ma quante sono le speranze che il Ministro capisca le esigenze di un reparto ignoto?

   D’altra parte, metti tutti gli Enti che ti pare, se i soldi non arrivano, dove andiamo a parare? Questo, non perché non c’è produzione, ma perché il sottosegretario ha trovato strada più opportunagrafico2_.

   Sembra impossibile, ma stavolta sarà la Fine dell’Ippica; temporanea e momentanea, perché lo sport ha tradizione e lungimiranza al di sopra dei valori temporali; ma per adesso, tutto finirà: con i migliori saluti ai Nuovi Enti da parte del sottosegretario Giuseppe Castiglione.

Nessun Commento »

Puoi lasciare una risposta, oppure fare un trackback dal tuo sito.


Vuoi essere il primo a lasciare un commento per questo articolo? Utilizza il modulo sotto..

Lascia un commento


Heads up! You are attempting to upload an invalid image. If saved, this image will not display with your comment.

*