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DISLESSIA A SCUOLA: SE NE È PARLATO A STRONCONE, IN UMBRIA

dislessia a scuoladi Francesco Angellotti (AG.RF 12.09.2015) ore 20:17

(riverflash) – Quando andavo a scuola, ero convinto che, per la crescita e lo sviluppo dell’individuo, non ci fosse niente di peggio che chiudersi in una classe con i compagni, e cercare di seguire le lezioni dei Professori. Mi rifacevo allora, ed anche adesso, all’insegnamento di Pier Paolo Pasolini, grande intellettuale che tutti ricordano ed osannano, ma non vogliono riesumare il concetto che il Grande Uomo di Cultura aveva della scuola; diceva infatti, che un bambino, imparato a leggere ed a far di conto, per imparare la Vita avrebbe dovuto abbandonare la scuola. Questo non lo vuole ricordare nessuno, io me ne facevo un vessillo; ed a distanza di qualche anno, son tornato con veemenza ad essere ancor più convinto di questo principio.

   Dico questo, non per partito preso, ma dopo aver partecipato ad una conferenza retta da “Azioni Formative per Docenti”, in cui si trattava della “Dislessia a scuola”.

   I Relatori erano persone tecniche, ad alto livello nell’argomento; intrattenimento condotto soprattutto dal prof. Mauro Spezzi, docente di scienze umane, esperto di difficoltà d’apprendimento; era affiancato dalla pedagogista Gabriella Frollichi, che ha arricchito la materia sull’argomento per preparare la tesi di specializzazione, e dalla  pedagogista clinica dott.ssa Daniela Moscato, preparata e sicura dei suoi argomenti che, però, esponeva con un tono di voce che a fatica si riusciva ad interpretare.

   Il tema trattato, avrete capito, curava le difficoltà e gli effetti comportamentali che affrontano i bambini affetti da questa forma patologica. Bisogna fare attenzione, perché non vuol dire che il bambino sia stupido o non arrivi a concepire concetti che non riesce ad afferrare; è però uno scoordinamento nelle forme di ricezione, naturali ed in parte provocate; per cui il cervello non riesce a coordinare i dati, che non riesce a collocare per inquadrare una reazione verbale. Quindi non risponde, o cerca di allontanare l’attenzione su altri fattori inconsistenti.

   E’ stata fatta una lunga disamina sulle forme di pre-avvertimento di questa sindrome, manifestazioni in cui non si rileva normalmente l’effetto dell’alterazione. Eppure, quando certi modi d’agire sono ripetuti continuamente, non bisognerebbe rimproverare e mettere in riga, ma il problema andrebbe scoperto ed affrontato.

   Tu dici: come? E sì, pare facile. Io credo (ma questo è un parere assolutamente personale) che ogni forma debba essere diversa dalle altre, quindi possa essere riequilibrante se sussiste una profonda conoscenza e un’intimità che sempre più si apre col desiderio di sincerità. Ma questo è un dato subliminale, nel senso che non induce lo studio ad indirizzarsi in una certa maniera, o forse in un’altra.

   I casi di Dislessia sono studiati e molto specifici; i Professori dovrebbero sapere qual’è il sistema ed il metro per affrontarli. Non so se potranno completamente essere superati, ma per lo meno si può raggiungere un comportamento che consente percezione-ricezione regolare, quindi i rapporti possono essere umanamente limpidi.

   Volete che racconti quanto d’importante è stato detto dai 3 insigni professori? Sarebbe lunghissimo e senz’altro insufficiente descrivere quel che ho potuto capire io, in una conferenza affollata, per quanto cordiale; tanto che è terminato brillantemente a “prosecco” e dolci della nonna, con prima qualche patatina.

   Sarà molto più documentato leggere il manuale del professor Mauro Spezzi, di cui sono da considerare le tante voci delle sue specializzazioni, tutte volte all’indagine ed allo sviluppo dello studente. Potremo dir che sarebbe molto più istruttivo leggere il manuale del professore “Dislessia e Didattica”, edito dalla collana diretta dal professore stesso; sarà molto più specifico e documentato; ed infatti l’intervento di Gabriella Frollichi sullo “screening scolastico2 è stato molto interessante, partendo dalle basi che ha enunciato il professore, che ha potuto svolgere quest’incontro patrocinato dall’AVIS A Stroncone; è questo un paese piccolino, ma le attività promosse sono molte ed impegnate; non solo tendenti alle Feste Paesane, ma volte verso lo sviluppo e la conoscenza, sul filo dello Scambio Umano; ed è questa la linea che attualmente dobbiamo constatare come l’unica che dobbiamo seguire.

   Sono disposto a rispondere a tutti i lettori che non c’erano, che vorranno darmi dell’esagerato sulle mie affermazioni sulla Scuola, espresse all’inizio: “che c’entra il trattamento della Dislessia con la massa degli studenti; questi son casi, gli scolari conglomerati nelle classi non sono un insieme di casi”.

   Ragionando secondo questa linea di pensiero, non andremo oltre il sistema che attualmente vige, ed insisto nel dire che non è educativo.

   Se è necessaria l’analisi psicologica e comportamentale per evidenziare e curare un dislessico, siamo perduti se non riconosciamo che ognuno di noi ha modi e atteggiamenti che definiscono la personalità, la quale si sviluppa recependo impulsi e provocando reazioni, che sono causate da tanti elementi esterni. Se non capiamo che ogni studente, anziché imparare i dati (che sarebbero solo un tramite), non impara a sviluppare e socializzare, vengono fuori i casi aberranti e sconnessi ai quali assistiamo increduli. Se la scuola non cambia, e le storielle come i principi di matematica non vengono assimilati perché si capiscono, e non perché si sono letti ed incamerati, le generazioni cresceranno sempre massificate, lontane dall’avere una personalità, che forse qualcuno ritroverà disperata per strada, capace di commettere qualsiasi azione squilibrata. Essenziale sarà svolgere un discorso  personale nella scuola, per aiutare l’individuo a trovare la propria espressione di Uomo..

   Adesso capisco quanto sia importante ed impegnata la cura psicologica riguardo la dislessia, ma una Società che spersonalizza e rende eguali tutti i Valori che sono opportuni seguire, porterà, come sta portando,  ad essere tutti dislessici.

   Ma non è una bella cosa.

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