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L’UOMO E’ VENDICATIVO, DICIAMO

di Giuseppe Licinio (AG.RF. 24.07.2014)

(riverflash) – Massimo D’Alema ha incontrato ieri il presidente designato della Commissione Jean-Claude Juncker. Tutti giustamente si chiedono perché. La sua portavoce ha dichiarato che lo ha fatto nella veste di “Presidente della Feps” (la fondazione dei partiti socialisti europei), per “esaminare la situazione e le prospettive delle istituzioni europee” sottolineando che la presidenza del Consiglio era stata avvisata prima. I più sospettano che il leader Maximo abbia voluto autocandidarsi alla poltrona di Alto Rappresentante per la politica estera (Pesc) bypassando Matteo Renzi. Sbagliato.

D’Alema sa benissimo che le possibilità di occupare quel ruolo sono pari a zero per diversi motivi. Primo,il veto della Merkel che lo ritiene politicamente un osso durissimo e senza nessuna sudditanza psicologica nei confronti della Germania. Secondo, il difficile equilibrio di genere e geografico: un socialista uomo al Pesc obbligherebbe a nominare una popolare donna alla guida del Consiglio Europeo (potrebbe essere la lituana Dalia Gribauskaite ma è giudicata troppo anti-russa). Terzo, non è il candidato del governo italiano. Quarto, ultimo e definitivo motivo: Renzi è pavlovianamente allergico alle autocandidature che cerchino di bypassarlo.

Quindi che ci è andato a fare D’Alema da Juncker? Semplice: l’uomo è vendicativo e non ha apprezzato il modo in cui Renzi ha usato il suo nome nelle trattative, spendendolo come spauracchio per costringere gli altri Paesi ad accettare la Mogherini. Un trattamento poco rispettoso della storia politica di Massimo D’Alema. Di solito l’ex segretario dei Ds ama consumare le vendette a distanza di tempo ma l’onta è stata troppo grande e per di più al cospetto di tutti i leader europei. Con la visita a Juncker, D’Alema ha voluto raggiungere un triplice l’obiettivo.

Primo, far innervosire Renzi. Il governo, infatti, tramite le parole del sottosegretario Gozi, è stato costretto a intervenire e a ribadire la candidatura della sola Federica Mogherini ad Alto Rappresentante. Inevitabile che i tutti i media, riportando la notizia, riprendessero anche il tema del boicottaggio di molti paesi europei nei confronti del nostro ministro degli Esteri per via della sua poca esperienza. Il secondo è dimostrare a Renzi che lui può parlare de visu con la massima carica europea quando vuole senza chiedere il permesso a nessuno. Terzo, accreditarsi come canale per riaprire la trattativa con Bruxelles dopo lo stop della settimana scorsa sul nome della Mogherini.

Insomma Renzi, deve capire in modo inequivocabile che attaccare gratuitamente D’Alema esponendolo al ridicolo è fattibile ma ha il suo prezzo. E affinché il concetto gli arrivi forte e chiaro, è lecito aspettarsi altre due o tre mosse simili. Quelle necessarie allo scopo, diciamo.

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