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PRESSING SULLE RIAPERTURE: DRAGHI DECIDERA’ LUNEDI’

AG.RF.(redazione).12.05.2021

“riverflash” – Dalla prossima settimana potrebbero cambiare i parametri e i colori delle regioni, tutto dipenderà dall’indice Rt, Draghi è pressato da varie parti e il centrodestra spinge per le aperture. A oggi dunque, non c’è un accordo nella la maggioranza per accelerare le ripartenze per tutti i settori ancora fermi e cancellare il coprifuoco alle 22, mentre Leu e Pd ribadiscono la necessità di mantenere la linea della prudenza, optando per scelte graduali. Ad introdurre il tema delle riaperture e del coprifuoco sono stati innanzitutto la ministra degli Affari Regionali Mariastella Gelmini, il collega della Lega Giancarlo Giorgetti e la titolare di Italia Viva Elena Bonetti, ma il dossier è ancora sul tavolo di Draghi che deciderà lunedì. Nel frattempo il centro destra ha presentato una mozione firmata da Lega, Forza Italia e Udc che chiedono l’annullamento del coprifuoco, l’anticipo delle riaperture previste a giugno e luglio: ristoranti al chiuso, palestre, parchi tematici, fiere, convegni e congressi, consentire l’organizzazione di eventi e cerimonie dando il via libera al settore del wedding, aprire gli stadi al pubblico e i centri commerciali nel fine settimana. Tuttavia si sta facendo strada l’ipotesi di un compromesso con il coprifuoco alle 23 e lo slittamento delle riaperture al 15 giugno. Non dovrebbero esserci invece novità per i ristoranti al chiuso, le palestre (il decreto prevede il 1° giugno) e i parchi tematici (1° luglio). Infine c’è il problema della modifica dei parametri che definiscono i colori delle regioni, perché continuando a tenere in considerazione l’indice Rt, diverse regioni potrebbero finire in zona arancione e si sta pensando di cambiare modo di valutazione, visto che riaprendo tutto, si potrebbe subire un nuovo amento dei contagi. La proposta su cui si confronteranno nelle prossime ore governo e regioni è di tenere in considerazione l’Rt ospedaliero, cioè la situazione dei malati Covid nelle terapie intensive e nei reparti ordinari. In zona ad alto rischio si andrebbe se le prime superano il 20% del totale dei posti disponibili e le seconde il 30% (oggi la soglia critica è rispettivamente del 30 e del 40%). Verrebbero inoltre definite 3 fasce d’incidenza, con la più alta fissata a partire da 150 casi ogni 100mila abitanti.

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